di Veronica Quadraccia
Si è concluso con un quinto posto il percorso della giovane promessa del karate italiano, Vittoria Santori, atleta del GuazzaTeam Karate, ai campionati italiani cadetti disputati lo scorso 25 maggio ad Ostia Lido. Un risultato comunque rilevante, ma che ha lasciato un certo rammarico per alcune decisioni arbitrali che hanno suscitato perplessità fra atleti e tecnici del sodalizio ternano.
Durante l’incontro decisivo per l’accesso alla finale per il terzo posto, un’azione a favore della Santori – confermata anche dalla video-review trasmessa pubblicamente sia sul canale ufficiale della federazione che sul maxischermo del palaPellicone – è stata annullata dalla giuria. Una scelta che ha di fatto precluso all’atleta la possibilità di competere per il podio.
Situazione simile si era già verificata nella semifinale dei pool, valida per l’accesso alla finale per il primo posto, dove un’azione valutata inizialmente come valida (hippon, 3 punti) era stata successivamente revocata, modificando in modo significativo l’esito del match. In quella circostanza, la società aveva presentato ricorso scritto per presunta violazione del regolamento arbitrale.
«La nostra atleta aveva colpito chiaramente prima dell’avversaria. Le immagini lo mostrano con chiarezza, ma la chiamata alla video-review è stata annullata senza possibilità di replica», spiega Alessandra Guazzaroni, tecnico del team, presente a bordo tatami. «È stato un momento difficile da comprendere, anche per il fatto che la video-review rappresenta una delle poche garanzie regolamentari in questi casi».
La società, guidata dal maestro Gianluca Guazzaroni, con le figlie Gloria e Alessandra, sottolinea come non si tratti di un episodio isolato, «ma di dinamiche già oggetto di segnalazioni in ambito federale». «Non è solo la singola atleta a risentirne, ma anche la società nel suo complesso», afferma Gloria Guazzaroni, presidente della Asd. «Il risultato avrebbe potuto incidere anche sul punteggio societario, con implicazioni per la rappresentanza federale. Inoltre, episodi simili rischiano di danneggiare l’immagine e il morale degli atleti».
Oltre il risultato sportivo, questa vicenda riapre il dibattito sulla necessità di strumenti tecnologici più oggettivi e affidabili per supportare il lavoro arbitrale, soprattutto in una disciplina fondata su valori come equità, rispetto e correttezza. «Il karate – afferma la società in una nota – ci insegna disciplina e lealtà. Ma è fondamentale che anche chi guida e gestisce questo sport rifletta tali principi. Nell’era dell’intelligenza artificiale, forse è il momento di riflettere sull’uso di tecnologie più avanzate per la valutazione degli incontri». Il caso Santori, quindi, si aggiunge ad altre segnalazioni simili fatte dalla Asd GuazzaTeam Karate. La richiesta è chiara: «Maggiore trasparenza e una riforma dei meccanismi arbitrali, per tutelare gli atleti e i valori autentici del karate».