La guarigione dal Covid è falsa: indagati medico e paziente

Perugia – Chiusa l’inchiesta nei confronti di un professionista della Usl Umbria 1 e di una 64enne dipendente pubblica

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La procura di Perugia ha chiuso le indagini nei confronti di un medico di medicina generale della Usl Umbria 1 e di una sua paziente, accusati di aver redatto un falso certificato di guarigione della donna dal Covid, nonostante questa non avesse mai contratto il virus, così da permetterle di ottenere il green pass. Dopo gli accertamenti condotti dal Nas comandati dal colonnello Giuseppe Schienalunga, ai due è stato infatti notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari. A riportare la notizia, venerdì, è ‘Il Corriere dell’Umbria‘ in un articolo a firma di Francesca Marruco.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

I dettagli

Le accuse contestate ad entrambi gli indagati sono concorso in falsità ideologica e falsità in un documento informatico. Secondo gli inquirenti la paziente, una 64enne dipendente di un ente pubblico, avrebbe ‘istigato’ il medico a redigere il certificato di guarigione, in vista dell’obbligo vaccinale per gli over 50 – anche sui luoghi di lavoro – scattato il 15 febbraio. Il professionista, il 26 gennaio, avrebbe così inserito la certificazione nel sistema tessera sanitaria del ministero dell’economia e delle finanze, consentendo che si generasse in modo automatico, attraverso la piattaforma nazionale, la certificazione verde. Dagli accertamenti dei militari del Nas è emerso però che la 64enne era risultata positiva ad un tampone antigenico a fine 2021, ma negativa al successivo molecolare. Dunque non avrebbe avuto diritto ad alcun certificato.

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