L’Arma salva 352 tordi: erano destinati al commercio illegale di richiami vivi

Operazione di carabinieri e militari forestali: erano stati strappati alla vita selvatica. Nei guai un 40enne di Perugia

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Un maxi sequestro di 370 tordi bottaccio «strappati alla vita selvatica e destinati al commercio illegale di richiami vivi per uso venatorio». L’operazione è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Todi e dai militari del nucleo forestale di Campello sul Clitunno: fermato un 40enne perugino che era a bordo di un furgone. L’uomo è stato denunciato per il reato di ricettazione e per i reati di uccisione di animali e maltrattamento di animali.

Il controllo

L’Arma, insieme al medico veterinario della Usl Umbria 2, ha accertato la presenza di sette trasportini artigianali nel bagagliaio del furgone: all’interno c’erano 370 esemplari di avifauna selvatica, 18 dei quali deceduti. Erano destinati al commercio illegale di richiami vivi ad uso venatorio. «Tutti gli esemplari, morti e vivi, risultavano privi – viene specificato – di anello identificativo inamovibile e non vi era alcuna documentazione di tipo sanitario e commerciale, ad accompagnare il trasporto, che potesse consentire una immediata tracciabilità degli esemplari (provenienza, destinazione, condizioni sanitarie). Si premette che la fauna selvatica è qualificata dall’ordinamento giuridico quale patrimonio indisponibile dello Stato e, pertanto, la legale detenzione di ciascun esemplare di uccello allevato richiede che venga apposto, al tarso dello stesso, nell’immediatezza della nascita, un anello cilindrico inamovibile considerato sigillo».

Cattura illecita. Il salvataggio

L’attività – prosegue l’Arma – ha disvelato la pratica, già nota a livello nazionale e diffusa anche nella nostra Regione, «che prevede la cattura illegale di uccelli in natura, la successiva illecita apposizione agli stessi di anelli identificativi contraffatti o inidonei, e la commercializzazione degli esemplari come richiamo per l’attività venatoria, ad ignari cacciatori convinti di acquistare legittimamente uccelli di allevamento. Il numero di uccelli rinvenuti evidenzia un business illecito di particolare rilievo». L’operazione ha consentito di salvare 352 tordi ancora vivi e ha fatto sfumare un bottino di decine di migliaia di euro: è quanto si stima avrebbero guadagnato i bracconieri dalla vendita degli animali. Gli esemplari «trovati nella disponibilità del quarantenne perugino, privi di anello identificativo e per i quali lo stesso non è stato in grado di produrre alcune documentazione sono quindi, nell’ipotesi dei militari operanti, oggetto di furto venatorio». Il 40enne li ha imprigionati nei trasportini senza acqua, cibo e alcun controllo di un medico veterinario. Ora sono stati affidati alle cure del medico Usl per la riabilitazione e la successiva liberazione in natura.

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