Laura Welle, boom di ascolti negli Usa su Spotify

Perugia – Il lockdown come freno ma anche come ispirazione per ‘Sing My Song’. Dalla periferia perugina alla ribalta internazionale

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di Danilo Bazzucchi

Laura Welle, al secolo Laura Bazzucchi, nasce a Perugia, appassionata di musica sin da bambina inizia a cantare nel coro della scuola, per poi formare una band chiamata ‘The Blue Chrome’. Inizia ad esibirsi con un repertorio di cover, ma presto sente l’esigenza di comporre brani con musica propria, nasce così, nel 2017, il brano ‘Ci Ballo Su’ scritto a quattro mani con l’autore Luca Sala. Nel 2018 decide anche di cambiare cognome, con lo pseudonimo ‘Welle’, parola tedesca che significa ‘onda’. Studia armonia e pianoforte, strumento con cui lavora ai propri brani, si laurea in relazioni internazionali ed inizia a lavorare al suo primo EP in inglese, composto da 8 brani la cui uscita e promozione era prevista proprio nel periodo dell’inizio del lockdown. Laura comunque decide di sfruttare al meglio questa emergenza e lavora ad un singolo dance e dal sound estivo, insieme al produttore torinese Andrew Feanor, nasce così ‘Sing My Song’, canzone frutto di un vero e proprio flusso di coscienza emerso durante il lockdown. La grafica della copertina del singolo e il teaser di presentazione del brano (disponibile su Youtube) sono ad opera di Andrea Cenci, animatore 2D che ha studiato presso la Nemo Academy di Firenze e che attualmente lavora per note aziende italiane ed estere.

Allora Laura, di solito si inizia dal principio della storia, con te vorrei iniziare da adesso come ti sei organizzata durante il lockdown, cosa hai fatto?

«Durante il lockdown ho continuato a lavorare a del nuovo materiale e a nuovi pezzi, e proprio in questo periodo è nata Sing My Song, il mio nuovo singolo che ho scritto in collaborazione con il produttore Andrew Feanor di Torino. È stato molto inaspettato perché io avevo già preparato un EP, che sarebbe dovuto uscire proprio nel periodo in cui è iniziata la pandemia».

A che età hai iniziato a cantare, è stata una tua necessità per poterti esprimere o hai avuto qualcuno che ti ha stimolata e indirizzata a farlo?

«Ho sempre avuto questa vocazione da piccola, ho iniziato a cantare a 8 anni, di solito si dice che uno segue le tradizioni di famiglia, ma a casa mia nessuno ha mai cantato o suonato uno strumento. Devo comunque ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre aiutata e supportata in questa mia avventura dandomi un’ottima educazione musicale per quanto riguarda il panorama internazionale».

Abitando nella periferia di Perugia, i tuoi amici come hanno preso questa tua passione? Ti incoraggiano?

«Mi reputo fortunata ad avere amici ed amiche che mi supportano in questo mio percorso e non posso che ringraziarli ogni volta che si prestano ad ascoltarmi ogniqualvolta gli chiedo un consiglio. Quando scrivo dei testi o degli accordi per un brano sono io stessa che chiedo loro un parere e sono felice di renderli partecipi di quello che faccio».

Per quanto sei ancora molto giovane, e quindi lo avrai frequentato poco che mi puoi dire dell’ambiente della musica, come ti sei trovata, è un ambiente molto duro, selettivo, meritocratico o come al solito bisogna conoscere certe persone o stare in certi ‘giri’?

«Si può dire che è entrambe le cose, è evidente che se un ragazzo/a nasce in un ambiente dove la musica (per restare nel mio campo) fa parte della propria vita e magari del lavoro della propria famiglia è normale che farà molta meno gavetta di altri. Questo anche per chi ha dei canali diretti con l’industria musicale. Dall’altra parte, però, esiste anche la meritocrazia che sto riscontrando personalmente, anche se devo dire più all’estero che in Italia. Personalmente ho più fans negli Usa che in Italia, lo vedo anche dai profili social, infatti ‘Sing My Song’ ha molto più successo su Spotify all’estero che da qui da noi, forse questa è la conseguenza del fatto che il brano è in inglese. Mi trovo più a mio agio a cantare in inglese che in italiano, probabilmente per la mia formazione. La stessa cosa anche quando scrivo dei brani, mi viene più facile scriverli in inglese».

Fai serate e concerti solo qui in Umbria, o volendo potresti andare in tutta Italia e quale repertorio porti nelle serate?

«Ho fatto concerti anche fuori regione specialmente quando promuovevo il mio brano in italiano ‘Ci Ballo Su’ e lo portavo insieme ad un repertorio di cover che andava dagli anni ’80 alla musica di oggi, prevalentemente straniera. Ero pronta per nuovi concerti per promuovere questo nuovo EP che ho scritto, ma purtroppo causa pandemia è tutto fermo. Spero di tornare sul palco quanto prima».

Link dove ascoltare il brano: https://open.spotify.com/album/1m1L9pi4r0xSMfaTUmy4XJ

Teaser del brano: https://www.youtube.com/watch?v=QC8TUJl_Gko

Link ai lavori di Andrea Cenci: https://www.linkedin.com/in/cenciandrea/ – https://vimeo.com/133021981

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