Lavoro, Inps: «Umbria maglia nera in Italia»

L’osservatorio sul precariato indica un calo delle assunzioni a tempo indeterminato del 49,6%, nel primo quadrimestre, rispetto al 2015

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di M.T.

Ci deve essere qualcosa che non funziona. Perché solo pochi giorni fa il vice presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, annunciava che «la crescita dell’occupazione in Umbria continua il suo trend positivo anche nel primo trimestre dell’anno in corso», citando  l’Istat. «Questo avviene – aveva spiegato – attraverso processi di miglioramento dell’efficacia e della qualità dei servizi per il lavoro, sostenendo l’incontro tra domanda e offerta di professionalità, per offrire alle persone disoccupate iscritte ai Centri per l’impiego regionali strumenti di politiche attive del lavoro per accrescere le loro competenze in linea con le esigenze del sistema produttivo locale e favorire l’ingresso stabile nel mondo del lavoro».

IL RAPPORTO INPS DI GENNAIO-APRILE 2016

I dati Inps

I dati Inps

L’Inps Poi escono i dati mensili dell’Inps ed emerge una realtà diametralmente opposta. Secondo l’istituto previdenziale – che essendo quello che incassa i contributi e poi ci paga le pensioni dovrebbe essere informato – in Umbria, nel primo quadrimestre del 2016, ha fatto registrare un calo delle assunzioni (di tutte le assunzioni, in ogni forma) del 18,7% (18.260 contro 22.460) rispetto allo stesso periodo del 2015. A fare peggio, con il 22,1%, solo la Basilicata. Il dato medio nazionale, invece, fa segnare un -13,1%.

Maglia nera Ma il dato ancora più preoccupante è quello relativo alle assunzioni a tempo indeterminato, che da gennaio ad aprile di quest’anno si sono praticamente dimezzate (3.918 contro 7.777) rispetto al primo quadrimestre del 2015 (-49,6%). Nessuna regione italiana ha fatto peggio e la media nazionale si è attestata sul -35,1%, a conferma che la crisi continua a flagellare il mondo del lavoro.

I voucher In compenso, però, da gennaio ad aprile 2016, in Umbria sono stati utilizzati 732.719 voucher – del valore nominale di 10 euro – contro i 516.718 (+41,8%).

 

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