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Home » Lavoro, la crisi morde: allarme della Feneal

Lavoro, la crisi morde: allarme della Feneal

di Marco Torricelli
27 Marzo 2015
in Economia, Lavoro
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
La Celi di Vascigliano

La Celi di Vascigliano

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Il grido di allarme arriva forte e chiaro e proviene dalla Feneal Uil di Terni, che ‘mette in piazza’ tutta la propria «forte preoccupazione per ciò che riguarda il settore dei laterizi, manufatti e costruzioni in legno, visto il persistere della crisi che non demorde, bensì continua ad mettere ad dura prova il territorio».

«Pirateria alla Celi» In un quadro di riferimento molto negativo, una situazione che secondo la Feneal Uil, «sembrava incoraggiare una timida speranza ed un moderato ottimismo, nel settore delle costruzioni in legno, era la Celi di Vascigliano di Stroncone, un tempo industria leader nel settore specifico delle costruzioni degli yacht di lusso e che dopo un tortuosa e lunga crisi è stata rilevata dal concordato fallimentare con l’impegno di acquisire nuove commesse e realizzare un progetto di sviluppo con relativo incremento della produzione facendo nascere la Celi Deen-Production, che in prospettiva dava una speranza ai lavoratori reduci da anni di incertezza e perdite salariali molto significative». Ma, attacca il sindacato, «dobbiamo constatare ad oggi l’ennesima probabile potenziale operazione di ‘pirateria’ imprenditoriale, in quanto la suddetta new Company si sta rivelando inadempiente rispetto agli impegni presi ed inaffidabile sul versante della normale interlocuzione che dovrebbe contraddistinguere una minima correttezza delle relazioni industriali».

«Nessuna strategia» A giudizio della Feneal Uil, insomma, «si registra una totale mancanza della annunciata precisa strategia industriale con conseguente approssimatività sul versante dell’acquisizione di commesse, in una delle poche ‘nicchie di mercato’ che non risente della crisi: quella del lusso, con conseguente ulteriore stato di precarietà occupazionale sia per i lavoratori ricollocati che per quelli rimasti nelle liste di mobilità. Il totale continuo rifiuto di confronto con le organizzazioni sindacali non fa che avvalorare l’ipotesi che ci troviamo di fronte all’ennesima occasione perduta di poter fornire al nostro territorio, già pesantemente martoriato dalla congiuntura negativa, una opportunità di rilancio anche se parziale».

Settore in affanno «Dopo il fallimento di qualche anno fa della Salan laterizi – dice il sindacato – le più grandi aziende come la Wienerberger e Fbm di Dunarobba non riescono più a sopperire alla mancanza di progetti e di mercato che attanaglia il settore dell’edilizia, saturando i propri magazzini e depositi con prodotto invenduto, visto che le costruzioni sono ferme e la realizzazione delle infrastrutture promessa dal governo non decolla».

L’indotto Tk-Ast Senza dimenticare, conclude il sindacato, «la vertenza Ast, che sta coinvolgendo la città e la struttura economica e sociale di tutta la Regione, visto che si registra anche qui il coinvolgimento delle aziende sia edili che del settore dei lapidei come l’Unicalce che, traendo gran parte del proprio fatturato annuo proprio dall’Ast, preannuncia un ridimensionamento della forza lavoro visto il persistere della crisi della committente». La Feneal Uil, qundi «ritiene che si debbano attivare tutti i soggetti coinvolti nella nella vicenda, a partire da Assindustria che, nel rispetto del proprio ruolo, dovrebbe uscire da quella sorniona ambiguità che la contraddistingue».

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