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Home » Le donne di Edoardo Fontana in mostra a San Gemini

Le donne di Edoardo Fontana in mostra a San Gemini

di Fabio Toni
4 Settembre 2020
in Cultura, Eventi
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
Il museo 'Calori'

Il museo 'Calori'

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L’incantevole chiostro del Museo dell’Opera di Guido Calori a San Gemini, proseguendo un percorso di ricerca sull’incisione contemporanea, dopo le rassegne dedicate a Duilio Rossoni e a Francesco Parisi ospiterà dal 6 al 27 settembre la mostra ‘Fra innocenza & ossessione. Disegni & xilografie di Edoardo Fontana’. L’artista milanese, insieme all’ultimo ciclo xilografico dedicato a Salomè, raccolto anche in una cartella, esporrà una selezione di incisioni e un gruppo di disegni, talvolta utilizzati per la realizzazione di illustrazioni editoriali, tra i quali spicca una interpretazione della scultura di Calori dal titolo Sconforto e datata 1919.

La mostra

Come è sottolineato nel saggio di Maria Gioia Tavoni che introduce il catalogo, edito dall’editore bolognese Pendragon, «sono le donne, in qualunque modo Fontana si esprima, a carpire la sua costante attenzione, quella di un artista che continua ad avvolgerle in un estenuante visivo. Sono quelle di Fontana donne che si muovono in contesti i più diversi e impensabili; donne protese ad affermare la propria carica di sensualità senza tuttavia lasciarsi privare della loro forte dose di ingenuità». Il disegno e la xilografia sono i principali strumenti di espressione dell’arte di Edoardo Fontana. Egli delinea le figure a grafite con rialzi a matita conté su carta colorata, raramente l’utilizza anche la biacca, traccia le linee delle forme in nero e ne evidenzia le luci in bianco.

Nella maggior parte dei casi il disegno prepara il passaggio successivo alla xilografia che rappresenta l’ambito d’elezione nella ricerca dell’artista. Qui Fontana concentra in poche linee una sintesi di attenzione, attrazione e sospensione. Egli ben conosce quell’arte che artisti come Emilio Mantelli, Charles Doudelet, Adolfo De Carolis, Francesco Nonni hanno testimoniato su riviste quali «Emporium», «Leonardo» e «L’Eroica», i segni tangibili di un afflato lirico che ponendo al centro la xilografia le consegnavano un compito estremamente arduo, farsi linguaggio visivo della forza poetica e strumento di diffusione di una visione militante dell’arte. In particolare l’esempio xilografico di Mantelli con la asprezza e la sicurezza dei tratti entra prepotentemente nelle scelte che Fontana opera nelle sue incisioni

Il ciclo di Salomè – composto da quattro disegni e quattro xilografie Risveglio, Il sogno di Iokanaan, Il demone, L’espiazione – è fra gli insiemi dell’artista il suo più loquace, proteso a riservarsi uno spazio, un assolo, fra le interpretazioni che ne accompagnano ancora il mito. Ciò che realizza deriva da una naturale inclinazione per l’orizzonte onirico: nell’atto di risvegliarsi, nella danza con un demone che a lei si affianca e sovrappone, nel gesto truce ma dolcissimo in cui la donna trattiene la testa di Iokanaan, sospesi entrambi in una irreale atmosfera, nella posa fiera e compita della nuda figura inginocchiata accanto al compagno della sua condanna. La donna innocente, la donna colpevole, tenera o crudele, in attesa o in azione, la donna che capisce, accetta o rifiuta, Salomè offre infinite sfumature di significato ed è un simbolo di potente suggestione per la ricerca della tortura della bellezza. Di questa serie è stata tirata una cartella in venticinque esemplari che raccoglie le quattro xilografie esposte.

Fin dal titolo della mostra ci si confronta con l’immaginario femminile, fonte di ispirazione e nucleo di florido tormento. Sono, quelle di Fontana, donne che si muovono in contesti, i più diversi e impensabili; donne protese ad affermare la propria carica di sensualità̀ senza tuttavia lasciarsi privare della loro forte dose di ingenuità̀.

Nel disegno si osservano le figure tratteggiate e immerse in un luogo di astrazione dal tempo e dallo spazio. Il repertorio di immagini attinge da una moltitudine di esempi che l’occhio ha potuto vedere in anni di ricerche, studio, approfondimento tra i testi e i disegni di artisti occidentali attivi tra Ottocento e Novecento, testimonianze di antichi dipinti, libri miniati e volumi del Rinascimento, scuole e stili dell’arte giapponese. L’artista conosce tutti questi riferimenti, ma poi se ne libera e riesce a conferire ai soggetti una autonomia e una concentrazione che addensa in un unico istante il sentimento del passato con le istanze del contemporaneo.

Fontana non è nuovo nemmeno all’utilizzo delle sculture come modello per i suoi disegni e nell’interpretazione de Lo Sconforto di Guido Calori si sofferma su un dettaglio dell’opera, il capo e la posizione delle spalle, trasformando il gioco di chiaroscuri e di masse, semplificato dallo scultore, in un segno spigoloso e personale. Nei disegni, come Ninfe in Val di Lamone, Ligeia, Donna con papavero, l’artista si concede alcuni tratti e decorazioni più morbide che aprono a creazioni proprie di artisti quali William Morris e Aubrey Beardsley.

Nell’approfondire alcune xilografie par che riecheggino le parole introduttive con cui Casorati stesso presentò la rivista «Via Lattea» prima della pub-blicazione: «Intendiamo ribadire che la Bellezza è il volto della Verità, che solo per suo mezzo agli esseri […] si rivela ciò che nessun raziocinio di scienza o filosofia chiarirà mai: l’ombra dell’ombra, la luce della luce, la Vita, l’Amore, la Morte…».

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