Leolandia a Narni, incertezze e timori

Società nata a fine 2017, progetto pronto nella primavera del 2018. Poi tanti rinvii, richieste spesso uguali fra loro. Il rischio è che si perda un altro anno

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Rinvio dopo rinvio, con una compagine societaria creata alla fine del 2017 e un’istanza – quella relativa al progetto – avanzata ben prima dell’estate del 2018, il sogno del parco Leolandia a San Liberato di Narni (Terni), rischia di slittare ulteriormente. O almeno questo è il timore, dopo che il cda di Invitalia – che avrebbe dovuto esprimersi definitivamente sul ‘via libera’ a fine dicembre e poi lo scorso 21 gennaio – è stato aggiornato al prossimo 15 febbraio. Poche settimane che prese così non significherebbero molto, se non ci fosse tutto il pregresso. Ma andiamo per ordine.

LEOLANDIA NARNI, OBIETTIVO APERTURA ESTATE 2020

Come passa il tempo

A pesare sulle tempistiche, che si pensavano inizialmente più contenute e in linea con un progetto imprenditoriale ambizioso, sarebbe la ‘burocrazia’ che, però, le istituzioni ad ogni livello non sarebbero riuscite, sin qui, a comprimere nonostante i tentativi. Tanto che, ad oggi, non c’è ancora chiarezza sulla roadmap relativa alla realizzazione dell’investimento. Dopo il cambio di governo conseguente il voto del marzo 2018, con Leolandia Umbria ‘lanciata’ anche dal precedente parere positivo del ministero dello sviluppo economico, si temeva un possibile rallentamento. Che è arrivato ma, pare, non tanto per vie politiche, quanto per ragioni burocratiche. Appunto.

Tante domande, a volte le stesse

La società che si è fatta carico della progettazione, realizzazione e gestione del parco ha più volte fornito chiarimenti – anche e soprattutto ad Invitalia – in ordine a richieste puntuali, talvolta ripetute e analoghe ad altre precedenti a cui Leolandia Umbria aveva già risposto, forte anche del parere di congruità una società di certificazione terza sugli aspetti finanziari del progetto. Tutto in funzione della definitiva approvazione da parte del cda dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa, inizialmente fissato a fine 2019, poi slittato ad inizio anno – pare per ‘eccesso di carichi di lavoro’ – ed ora al 15 febbraio.

Il timore

Ora, in un contesto di ulteriore attesa, la preoccupazione che si starebbe registrando dalle parti di Narni – per un parco che potrebbe avere influssi positivi sull’intero territorio regionale – è relativa ovviamente alle tempistiche. Perché ogni ulteriore rinvio rischia di far perdere, al progetto industriale, la stagione primavera/estate 2021 e quindi – considerando che di inverno gli accessi a strutture del genere diminuiscono fisiologicamente – un altro anno, secco. I possibili danni? Per l’attività, l’indotto, l’occupazione, il territorio e la comunità nel suo insieme che vede nel parco di San Liberato un punto di svolta dal punto di vista turistico ed economico. In questa fase il ministero, così come Invitalia ed infine le istituzioni ad ogni livello, sono chiamati ad intervenire, sempre che ci sia la piena consapevolezza che le tempistiche in questo caso sono essenziali. E che treni del genere non passano molte volte.

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