Leonardo alla Cascata: «Interessa davvero?»

La ricerca continua e gli orizzonti si ampliano, ma Luca Tomìo avverte: «Basta parole, servono i fatti». Il ‘Paesaggio’ di Leonardo – duplicato – in mostra a Terni?

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di Marco Torricelli

Gli arancini siciliani lo tentano, eccome se lo tentano, ma Luca Tomìo – cui si deve la scoperta relativa alla presenza della Cascata delle Marmore nel ‘Passaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci – per il momento non è ancora sbarcato a Marsala (anche se, come vedremo, sembra un po’ a corto di pazienza) e gironzola per le campagne umbre in cerca di nuovi riscontri. Ora, visto che veniva segnalato sulle montagne tra Calvi e Stroncone, umbriaOn lo ha raggiunto al telefono: «Mi sto muovendo a tappe forzate verso Collescipoli – scherza lo studioso – e come Garibaldi ‘obbedisco’. Io, però, a padre Giuseppe (il vescovo Piemontese; ndr) e a Francesco Scoppola (il direttore generale per educazione e ricerca del Mibact; ndr)».

Luca Tomìo

Luca Tomìo

I protomartiri francescani Da Caprera sembra di sentire i rimbrotti del Generale riecheggiare tra le montagne del suo amico colonello Froscianti. Perché per chi avrebbe voluto “i preti alla vanga!”, Tomìo sarebbe stato un garibaldino di fede perlomeno un po’ atipica. «Io non perseguo nessuna fede. Sono uno scienziato. Perseguo solo la verità storica – dice lui – e ora la sto inseguendo sui sentieri dei protomartiri francescani che si snodano tra Stroncone, Aguzzo, Sant’Urbano e Calvi. Su questi sentieri i passi di Leonardo seguono quelli di San Francesco e dei suoi confratelli martirizzati in Marocco. Le tappe del percorso sono segnate dalla Santa Maria della Neve annotata sul disegno degli Uffizi, che non è una sola ma sono tante».

Calvi dell'Umbria

Calvi dell’Umbria

Calvi E proprio a Calvi – che sarebbe rientrato nel tour compiuto da Leonardo da Vinci, nel periodo in cui ha immortalato la Cascata delle Marmore – c’è una ‘frazione Santa Maria della Neve’ con relativa chiesa e c’era la ‘bottega’ di un pittore come Pancrazio Jacovetti e di suo figlio Rinaldo, che potrebbero averlo ospitato in quello che viene ipotizzato come «un percorso che lo avrebbe condotto a Roma». Dove in quegli anni c’era, come Papa, Sisto IV° e Calvi rientrava direttamente nell’amministrazione pontificia. Già, Calvi – con i sentieri poi percorsi dalle brigate partigiane, guarda caso ‘garibaldine’ e dove il 13 aprile 1944 vennero fucilati dai tedeschi 13 cittadini inermi, sospettati di collaborare con i partigiani – potrebbe essere stata proprio l’ultima tappa umbra del percorso fatto da Leonardo in direzione di Roma, visto che una ‘Santa Maria della Neve’ sarebbe rintracciabile anche a Montebuono di Rieti.

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Il vescovo Piemontese con Vittorio Sgarbi

Il vescovo Ed ecco perché la figura di padre Piemontese assume una posizione di rilevanza nella ricerca che Tomìo sta conducendo – «il suo incoraggiamento è uno dei pochi davvero sinceri che mi pare di aver percepito», dice il ricercatore facendo emergere il primo elemento di malumore – e che lo potrebbe portare fino al Sacro Convento di Assisi. Come pure – «sto percorrendo questi sentieri su sua precisa indicazione, perché i cammini francescani di Leonardo li ho individuati grazie a lui» – un ruolo decisivo lo sta rivestendo Francesco Scoppola. «Li considero i miei padrini – conferma Tomìo – e gli autentici ispiratori di un percorso di ricerca che potrebbe portarci a scoprire orizzonti insperati».

Lo studio Ma siccome la versione ‘Indiana Jones’ dello studioso deve necessariamente intrecciarsi con quella canonica, per Tomìo è tempo di prepararsi a togliere gli scarponi: «Venerdì sarò agli Uffizi – conferma – dove mi verrà concesso di analizzare approfonditamente il disegno di Leonardo. Utilizzeremo delle tecniche particolarmente ricercate (tipo il microscopio elettronico o la ‘lampada di Wood’; ndr), grazie alle quali avremo nuove e più importati conferme». Sia sul ‘fronte’ – dove Leonardo avrebbe lavorato sovrapponendo almeno due, ma forse tre, tracce di inchiostro – che sul ‘retro’ del disegno, dove vi sono tracce da verificare: un fiore, forse un viso e un ‘graticccio’ che potrebbe essere identificato. Ma qui, arriva la frenata: «Queste ipotesi le fai tu – dice Luca Tomìo – perché credo proprio che in futuro la comunicazione sarà doverosamente affidata ai canali istituzionali, a cominciare da quelli che stabiliranno il Mibact ed Eike Schmidt (il direttore della Galleria degli Uffizi; ndr), ai quali io faccio doverosamente riferimento».

Luigi Carlini durante l'esposizione del bilancio

Luigi Carlini durante l’esposizione del bilancio

L’irrigidimento Una frenata che, per certi aspetti, sorprende. Allora si prova a capire meglio, buttandola lì: «La Fondazione Carit ha parlato della ricerca» e, di colpo, diventa tutto chiaro: «Sì – mi interrompe quasi bruscamente Tomìo – ho letto, proprio sul vostro giornale, che ci sarebbe un impegno da parte loro. Mi avrebbe fatto piacere, visto che se ne parlava – ed ecco che emerge un altro elemento di malumore – partecipare a quella cerimonia, ma non ne sapevo nulla. Da quello che ho letto mi pare di percepire la volontà di darsi da fare e ne sono felice, ma al momento non registro altro che dichiarazioni di intenti».

Il 'Paesaggio con fiume' di Leonardo da Vinci

Il ‘Paesaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci

La ‘copia’ Ma siccome a Terni c’è chi – come Elisabetta David, direttrice dell’archivio di Stato, Silvia Giani del Fai e dirigenti scolastici più avveduti, che chiedono di poter ‘far vedere’ ai loro studenti di cosa si parla – spinge perché sul ‘Paesaggio’ di Leonardo non cali l’oblio, ecco che potrebbe succedere una cosa – Tomìo forse questa non me la perdonerà, ma pazienza – clamorosa: il disegno potrebbe essere ‘duplicato’ (le moderne tecniche lo permettono) e la copia identica prendere la strada di Terni, per essere magari esposta all’archivio di Stato di via Cavour.

Il ‘regalo’ Potrebbe essere questo, infatti, il «regalo che mi piacerebbe fare, a gennaio, alla città», di cui lo studioso mi aveva parlato, senza scendere nei dettagli, in una delle nostre conversazioni (tranne quello del possibile coinvolgimento di Lidia Piccolini Secci: «A quanto ne so – mi aveva detto una volta Tomìo – il materiale raccolto e pubblicato da suo marito, Torquato Secci, rappresenta il più approfondito studio mai realizzato sulle opere dedicate alla Cascata delle Marmore») e nella quale mi anticipava «la volontà del vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, di organizzare un importante convegno dedicato, ad inizio primavera».

cascata-leonardoLa sintesi Un fatto appare chiaro: sulla scoperta fatta e sulle sue possibili ricadute – di carattere storico, culturale e scientifico, ma anche economico per il territorio – sembrano emergere atteggiamenti contrastanti «che io non mi permetto di giudicare e commentare – dice Luca Tomìo – ma dei quali non posso che prendere atto» e che ne mettono fortemente a repentaglio l’evoluzione e lo sviluppo. Lui, peraltro, lo aveva già fatto notare, quando aveva denunciato «una diversa valutazione delle potenzialità – sotto il profilo culturale, ma anche economico e turistico – da parte dei diversi soggetti campo», parlando di «alcuni ambienti della città di Terni che potrebbero fare molto e invece si preoccupano solo di un’autoreferenzialità poco costruttiva, arcigna, provinciale».

 

 

 

 

 

 

 

 

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