Non soffiano venti di pace tra il segretario regionale del Partito democratico Giacomo Leonelli e le tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. Da ormai più di ventiquattr’ore, infatti, prosegue, sulle nostre pagine, la querelle ‘diplomatica’ tra il consigliere regionale e i sindacati. «I motivi per attaccarmi, forse, sono altri. Ma i toni si stanno alzando troppo» è l’ultimo commento del segretario. E tra un botta e risposta e l’altro, la polemica non si spegne.

La vicenda A puntare il dito contro Giacomo Leonelli, ritenuto ‘colpevole’ di aver escluso i sindacati più rappresentativi dei lavoratori umbri, sono la Cgil la Cisl e la Uil che, con una nota inviata all’indomani dell’insediamento del nuovo osservatorio regionale sulla criminalità organizzata e l’illegalità, hanno giudicato ‘inaccettabile’ la loro esclusione dal nuovo organismo. «Sono anni che denunciamo la gravissima situazione di crescente illegalità e aggressione mafiosa nella nostra regione, fenomeni che si ripercuotono in maniera pesantissima sulle persone che rappresentiamo. Pertanto restiamo sconcertati nel vedere che al tavolo insediatosi il 20 aprile, accanto alle associazioni e ai rappresentanti delle imprese, sieda la Cisal, un sindacato scarsamente rappresentativo, già chiamato in causa da Cgil, Cisl e Uil davanti alla direzione provinciale del lavoro, per vari casi di dumping contrattuale».
La replica La risposta, ovviamente, non si è fatta attendere. Secondo Leonelli, infatti, è la legge che prevede i criteri di selezione dei componenti dell’organismo. Gli uffici, non avendo ricevuto alcun nominativo da parte dei tre sindacati, hanno quindi deciso di affidare la rappresentanza sindacale in seno all’osservatorio alla Cisal. Una mail non ricevuta, secondo i sindacati, non è una buona scusa.

Leonelli ‘inadeguato’ E allora, di nuovo all’attacco, i toni si alzano. «La toppa è anche peggio del buco – scrivono ancora le tre sigle – non solo è falso che Cgil Cisl e Uil non abbiano comunicato sia verbalmente che formalmente la propria volontà di contribuire all’Osservatorio sulla criminalità organizzata, c’è una lettera inviata il 7 marzo 2017 con cui indicavamo una nostra rappresentante. Il vero problema è un altro: il presidente della commissione Giacomo Leonelli, riducendo tutto ad una email non ricevuta, dimostra ulteriormente il suo disprezzo verso chi rappresenta il mondo del lavoro, verso chi in questi giorni sta cercando di gestire vertenze fondamentali come alla Novelli o alla Colussi, verso chi quotidianamente offre assistenza e servizi a migliaia di cittadine e cittadini umbri».

Accuse infondate «Quale interesse avrei avuto – si domanda Leonelli – quale presidente della commissione d’inchiesta ad escludere i rappresentanti dei sindacati confederali? Sono polemiche di cui non capisco il senso» afferma il segretario che non nasconde di essere rimasto sorpreso dal polverone sollevato. Se da un lato, non appena rientreranno i dipendenti, sarà avviata la verifica interna per capire se si è trattato di un errore materiale, dall’altro il consigliere rassicura: «Se la lettera col nome è stata inviata siamo ben lieti di reintegrare il rappresentante dei tre sindacati. L’ho chiarito subito, senza problemi. Le accuse mosse nei miei confronti si riferiscono al fatto che io avrei dovuto presupporre un loro interesse a partecipare?».
La telefonata Tra una risposta scritta e l’altra sembrerebbe esserci scappata anche una telefonata conclusasi in modo un po’ poco cortese tra il segretario Pd e il segretario regionale della Cgil Vincenzo Sgalla. «Quello che non mi spiego – conclude Leonelli – è la ferocia di un attacco che viene mosso forse per altri motivi che non mi riguardano. La pesante accusa di ‘inadeguatezza’ nei miei confronti, forse come segretario del Partito democratico, è quanto mai sopra le righe. Ma non voglio andare oltre con le polemiche. Io non valuto di certo la loro adeguatezza nel rappresentare gli interessi dei lavoratori. Mercoledì verificherò con gli uffici e, come promesso, valuteremo il da farsi».