di Walter Patalocco
Il primo settembre 2017 saranno passati sessant’anni esatti dal giorno in cui Libero Liberati conquistò il titolo mondiale di motociclismo nella classe 500, la più prestigiosa.
La vittoria di Liberati, andando ben oltre il fatto sportivo, significò molto per Terni la cui gente era desiderosa di rinascere dopo le distruzioni, le paure, le privazioni e i lutti della seconda guerra mondiale. In Liberati s’erano identificati tanti ternani i quali lo elessero a simbolo del riscatto della città . E Terni ricevette dalle imprese del ‘Ternano volante’ notorietà in tutta Europa.
Nel mese di settembre 1867 Terni era la meta di tanti giovani desiderosi di costruire l’Italia unita. La città del sud dell’Umbria, al confine con lo stato pontificio, raccolse le speranze, l’ardimento di qualche migliaio di quei giovani che sognavano Roma capitale d’Italia.
Da Terni partì una delle colonne più numerose dei garibaldini che andarono a morire a Mentana. Quello di Mentana fu uno dei più importanti, ancorché sfortunati, tra tanti tentativi che da Terni presero le mosse, col contributo di patrioti ternani, che a volte fu determinante.
Nell’uno e nell’atro caso – il riscatto dalle distruzioni e la povertà con Liberati, la costruzione di uno stato nuovo coi garibaldini – risulta che ci sia una qualche manifestazione, un convegno, una bandiera, un manifesto perché Terni ricordi? Passerà tutto sotto silenzio?
Sono fatti del passato, ma che allora aprirono porte verso il futuro. E oggi, richiamarli alla mente, potrebbe essere utile per qualche riflessione sul presente e sull’immediato futuro di quella stessa città : Terni.
Una città che la gestione della propria politica culturale l’ha appaltata, l’ha portata fuori del controllo del pubblico, pur se continua ad avere – nel nome – persino un assessore ‘al ramo’.