di F.T.
Dopo un’ascesa che sembrava inarrestabile e un picco raggiunto intorno al 19/21 gennaio, Magione da alcuni giorni ha invertito la tendenza. Ed anche venerdì si contano più guariti che nuovi contagiati. Un caso ‘virtuoso’ – in un contesto pesante per diversi comnuni del perugino – che dimostra come le azioni, anche ‘comunicative’ purché tempestive, hanno efficacia anche in un contesto in cui ci anche sono delle varianti del Covid-19, temute per la loro maggiore contagiosità. A fare il punto è il sindaco, Giacomo Chiodini.
«Varianti del virus, ormai evidenti»
«È ormai evidente – afferma Chiodini – che quelli riscontrati non erano solo ‘casi in più’ ma che c’erano e ci sono varianti del Covid-19 sul nostro territorio regionale. Non sappiamo ancora dire quale sia l’incidenza, ma è chiaro a tutti che siano più contagiose. Cosa cambia con questa certezza? Difficile dirlo. Dobbiamo affidarci alla comunità scientifica e spero che Regione, comuni, ministero della Salute facciano squadra seguendo quelle che sono le indicazioni scientifiche e mediche».
«Misure sì, ma i controlli sono decisivi»
«Il nostro territorio comunale – prosegue il sindaco di Magione – per diverso tempo è stato caratterizzato da un’elevata recidività. Le ordinanze restrittive, indipendenti dalla scuola, risalgono al 10 gennaio, ovvero subito dopo la fine della ‘zona rossa’ generale e quando avevamo già numeri molto alti. Non so dire se provvedimenti come i nostri possano andare bene anche per altri territori: al tempo erano sicuramente necessari perché serviva anche aumentare l’attenzione dei cittadini. Ora l’attenzione è alta ovunque e mettere in atto determinate restrizioni è utile solo se ci sono i controlli che le fanno rispettare. In questo senso Magione ha trovato grande collaborazione, oltre che dalla sua polizia Locale, dai carabinieri e dalla polizia di Stato. Le richieste esplicite avanzate al prefetto Gradone sono state accolte ed i controlli rafforzati hanno indubbiamente elevato l’attenzione generale della cittadinanza».
«Riaprire le scuole»
Magione è un Comune che ha saputo invertire un trend molto preoccupante, ma Chiodini non si sente di dare consigli diretti ai suoi colleghi: «Mi sento tutti i giorni e più volte al giorno con gli altri sindaci, come Andrea Romizi, i colleghi della zona del Trasimeno ma pure Cristian Betti di Corciano. Molti di loro hanno già adottato ordinanze ‘stringenti’ ma resto convinto di una cosa: le scuole non vanno chiuse, in particolare le primarie oltre alle medie. Ritornare alla didattica a distanza, a mio giudizio, è una decisione troppo rigida in un contesto che non ha mai determinato particolari cluster influenzali. Cosa fare, ce lo deve certamente dire la comunità scientifica: sul tema-scuola va trovato un equilibrio che contempli e tenga in considerazione tutti gli aspetti. Non riaprirle il 15 febbraio o non cercare forme che possano garantire un ritorno, almeno in parte, in presenza, costituirebbe veramente un problema sociale, psicologico ed economico significativo. Le famiglie, da questo punto di vista, sono in grande difficoltà e ne va tenuto conto».