Mancano i farmaci? «No agli allarmismi, è un rallentamento»

Anche a Terni, ovviamente, il problema è palpabile, e con alcuni farmacisti abbiamo provato capirne i motivi

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di Fra.Tor.

«È uno scenario un po’ inquietante. Vedere alcuni scaffali semivuoti fa impressione. Ogni tanto arriva qualche piccola scorta, ma alcuni farmaci mancano da settimane». L’allarme, anche in Italia, sulla carenza di alcuni farmaci rischia di trasformarsi in un vero e proprio assalto al bancone. Anche a Terni, ovviamente, il problema è palpabile e con alcuni farmacisti – che però ci tengono a far «mantenere la calma e a non creare allarmismo perché c’è sempre una soluzione alternativa» – abbiamo provato a capirne i motivi.

I medicinali difficili da reperire

Nel suo annuale elenco di medicinali difficili da reperire l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) rileva che, al 3 gennaio 2023, «i nomi più comunemente noti presenti nella lista sono Moment, Neo Borocillina, Nurofen e Spididol, principalmente antivirali o antinfiammatori e antibiotici». Nella metà dei casi, spiega l’agenzia, «si tratta di una cessazione dei farmaci, che quindi sono sostituibili con altri a disposizione della farmacia. Nel 46% delle casistiche, invece, è una vera e propria mancanza. All’elenco si aggiungono anche Tachipirina, Efferalgan, Tachifludec e Amoxicillina».

Le possibili cause

Parlando con alcuni farmacisti a Terni ci è stato spiegato che «il problema è generalizzato a tutte le farmacie, anche quelle comunali oltre alle private: i canali di distribuzione sono più o meno gli stessi. Se manca il farmaco ai magazzini distributori, mancano di conseguenza anche in farmacia. Per alcuni prodotti cerchiamo di sostituire dove possibile con altre ditte, se disponibili, ma cominciano a scarseggiare anche i generici. Per i farmaci da banco si cerca di sostituire la molecola con una disponibile e con la stessa attività terapeutica, ma sta diventando veramente difficile». Le cause di queste carenze, secondo i farmacisti, possono essere molteplici: «Prima su tutte l’economia di guerra perché tante fabbriche di carta o blister sono in Ucraina. Poi tutti i problemi legati alla logistica dei trasporti che rallentano o congestionano l’arrivo dei prodotti. Ma anche l’estrazione o comunque la produzione di tantissime materie prime con attività farmacologica, che sono di origine cinese ed oggi la Cina è di nuovo bloccata dal Covid-19, non soddisfano l’approvvigionamento mondiale».

«No allarmismo»

I farmacisti non vedono, al momento, «un’assalto alla farmacia, più che altro i clienti vengono più spesso per vedere se è tornato il farmaco che a loro serve. Ma alla fine una soluzione si trova sempre: non stiamo parlando di farmaci salvavita e dove si può sostituire agevolmente con qualcos’altro, si suggerisce un’alternativa. Per i farmaci che invece non sono sostituibili o tutti i casi particolari o con vincoli, si rimanda al medico e alla sua capacità di trovare vie alternative. Per quanto riguarda i vari ibuprofene, senza farsi prendere dal panico e con un po’ di elasticità ci si può fidare dei farmacisti che consiglieranno un altro tipo di ‘fans’ con la stessa azione terapeutica e che attualmente sono largamente disponibili. Idem per quanto riguarda i prodotti per la gola, come la Borocillina, si possono trovare delle alternative valide di varia natura anche erboristica. Il problema è un po’ più consistente con il pediatrico perché lì si ha pochissima scelta nella sostituzione. Per quanto riguarda i prodotti etici, con ricetta medica obbligatoria, purtroppo se non ci sono equivalenti disponibili, perché a mancare è proprio la sostanza, bisogna che sia il medico a provvedere a prescrivere diversamente magari interfacciandosi con la farmacia».

Andrea Carducci

L’analisi

Andrea Carducci, presidente dell’Ordine farmacisti Terni, sottolinea che «ovviamente si tratta di un problema a livello europeo. Stiamo assistendo, come l’ha definita il presidente nazionale Andrea Mandelli, ad una ‘tempesta perfetta’ scatenata da diversi fattori: la carenza di materiali sopratutto per il packaging, la crisi energetica, il protrarsi della guerra, l’onda lunga del Covid e il picco influenzale. Fino ad ora le farmacie sono andate avanti con le scorte, ma più dura il conflitto e più le scorte iniziano a scarseggiare. Le farmacie cercano di far fronte con altri medicinali, alcune addirittura con produzioni alternative, ma non è facile. Io resto comunque ottimista perché secondo me non si tratta di un’emergenza sanitaria, ma di un semplice rallentamento dovuto all’intreccio di questi fattori. Niente panico, ci sono ancora molte alternative».

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