di Danilo Bazzucchi
La sperimentazione sul canto e sulla voce di Maria Pia De Vito, cantante e compositrice pluripremiata a livello internazionale, abbraccia diversi campi d’azione. La sua carriera ĆØ densa di importanti collaborazioni e incontri musicali: John Taylor, Ralph Towner, Chico Buarque, Guinga, Rita Marcotulli, Ernst Rejiseger, Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Norma Winstone, Steve Swallow, Gianluigi Trovesi, Danilo Rea, Enzo Pietropaoli, Paolo Fresu, Paolo Damiani, Cameron Brown, Ramamani Ramanujan, David Linx, Diederik Wissels, Area, Joe Zawinul, Michael Brecker, Peter Erskine, Kenny Wheeler, Miroslav Vitous, Nguyen-Le, Uri Caine, Dave Liebman, Billy Hart, Eliot Ziegmund, Steve Turre, Maria Joao, Monica Salmaso, Art Ensemble of Chicago. Attuale direttore artistico del Festival Bergamo Jazz, ĆØ stata per tre anni direttore della sezione jazz del Ravello Festival.
Il ritorno di ‘Tumulti’
Maria Pia De Vito sorprende tutti e ripubblica, con la sua appena nata etichetta discografica mpdvrecords, il suo album capolavoro ‘Tumulti’, del 2003. Una proposta rivoluzionaria senza compromessi, che si colloca al centro della sua sperimentazione vocale – espressione di messaggi, sensazioni, storie e memorie – che incontra, attraverso l’improvvisazione, la ricerca del magistrale percussionista e cantante francese Patrice Heral. Un dialogo a due ‘voci’ che ĆØ divenuto una costante nel percorso artistico di Maria Pia De Vito, si pensi alle fortunate sinergie con Rita Marcotulli, John Taylor, Huw Warren, che in questo disco trova ulteriore forma grazie alla presenza del violoncellista olandese Ernst Reijseger e del pianista austriaco Paul Urbanek, improvvisatori sia live sia in post-produzione e co-autori di alcuni brani.
Passaggio importante
Ā«Tumulti – afferma Maria Pia De Vito – rappresenta un momento importante della mia produzione, relativo a modalitĆ di composizione e ri-composizione attraverso l’uso dell’improvvisazione vocale out-court e su testi poetici, come quelli di Gabriele Frasca e Patrizia Valduga, oltre al mio testo originale ‘In rivolta’ tradotto in inglese e riadattato per il brano ‘Revolt’Ā». L’album ĆØ disponibile su tutte le piattaforme online di streaming e download ed ĆØ stato distribuito da TAG The Artist Garage, la nuova piattaforma di servizi digitali ideata e gestita da SimulArte, societĆ attiva nell’industria musicale fondata da Federico Mansutti, Stefano Amerio e Ermanno Basso. Nel disco la voce di Maria Pia De Vito acquisisce ruoli diversi da quello meramente ritmico e nel dialogo incessante con Patrice Heral si fa ritmo, tessitura, composizione, paesaggio sonoro grazie all’adozione di forme provenienti da tradizioni e culture diverse, e alle molteplici texture date al suo strumento dalle sovraincisioni dei live electronics.
I brani-simbolo
Nella appassionante tracklists, manifesto dell’album sono i 2 brani ‘The sixth nonsense’ – composizione sul ritmo – e l’elogio della dissoluzione e della dissolutezza ‘Forse no’, culmine della tumultuositĆ della De Vito, con un Reijseger ‘swingante paradossale’.
Scrive Mario Gamba: Ā«Difficile trovare un album dove la coerenza di un’idea ‘radicale’ della musica si associ, come in questo, con la caratterizzazione assai forte di ogni singolo brano. Voce sognante, voce orgasmica, voce mormorante, percussioni scabre e fantasiose, live electronics a dare al tutto un sapore di perdizione e di piacevole alteritĆ Ā». GiĆ nella cover del disco, che uscƬ per Manifesto dischi, un disegno originale in cui ĆØ dichiarato l’intento di comunicare con ogni mezzo quanto ĆØ articolato in parole e quanto non lo ĆØ. Intento che il viaggio nel ritmo e nella sperimentazione raggiunge nella sua totalitĆ .