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Home » Mercato energetico: la crisi e le soluzioni di Confapi e Seci

Mercato energetico: la crisi e le soluzioni di Confapi e Seci

di Francesca Torricelli
29 Settembre 2022
in Imprese
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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«Il mercato energetico presenta ad oggi uno scenario apocalittico dettato dai rincari che non accennano a diminuire ed improvvisamente sembra che tutti, dopo le ferie estive, si rendano conto delle problematiche che tale situazione comporta. In realtà i corrispettivi hanno iniziato a registrare aumenti da almeno un anno e le misure di contenimento che si sono intraprese sono apparse spesso inadeguate o non sufficienti». È quanto si legge in una nota siglata da Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) e Seci (Società energia centro Italia).

Gli incrementi

«Le imprese sono ormai al collasso, considerando che gli incrementi dei costi di energia e gas sono accompagnati dall’aumento dei costi delle materie prime e si sta generando una situazione insostenibile. Molte aziende preferiscono bloccare la produzione tenendo chiusi interi reparti con devastanti ripercussioni su il sistema occupazionale e sociale. Nel mese di agosto il Pun ha raggiunto gli 800 €/Mwh ed il gas ha superato quota 300 €/Mwh ed il mese di settembre sta seguendo lo stesso trend, appare quindi assolutamente inevitabile ragionare verso l’applicazione di un cap level al valore degli indici di mercato garantendo almeno una previsione di spesa sicura che consenta anche una programmazione della produzione. Tale intervento si sarebbe dovuto porre in atto da diversi mesi. Confrontandoci giornalmente con tutti gli attori del settore energia (Terna, fornitori, distributori e consumatori) viviamo in prima linea il momento particolare, cercando di arginare al meglio la situazione e proponendo spesso soluzioni che dovrebbero essere sostenute dagli organi competenti».

Le rinnovabili

Il sistema produttivo, si legge ancora, «è in crisi e necessariamente devono essere messe in atto anche altre misure che diano ossigeno alle imprese ed ai privati. Ad esempio tutte le aziende che abbiamo assistito per la richiesta di rimborso delle addizionali provinciali dell’accisa sull’energia elettrica, dichiarate inapplicabili da due sentenze della Corte di Cassazione del 2019 in quanto incompatibili con la normativa comunitaria, non hanno ancora ricevuto il rimborso di legittima spettanza per le annualità non prescritte, 2010 e 2011. In alcuni casi parliamo di importi di 50 mila euro, soldi che sono ancora nelle casse dell’Agenzie delle Entrate. Relativamente al discorso delle comunità energetiche ci preme sottolineare che Seci, in partnership con il sistema Confapi e con il gruppo Free luce&gas Spa, con il proprio network E-Co , ha da subito appoggiato la normativa che unisce lo sviluppo delle rinnovabili con l’abbattimento dei costi di fornitura per i clienti finali ed abbiamo posto in essere iniziative che vedono il coinvolgimento di aziende del territorio con implementazione di impianti per oltre 600 Mw».

I contributi

«Manca tuttavia il decreto attuativo, che attendiamo da aprile 2022, per poter definitivamente partire con il progetto, inoltre la raccolta dei dati necessari dal punto di vista tecnico è rapida ed efficiente se le richieste sono rivolte al distributore locale: Terni distribuzione energia, mentre diventa quasi impossibile avere i dati da Enel distribuzione che dovrebbe essere obbligato a rispondere dalle delibere Arera. Il meccanismo introdotto dal decreti legge sostegni Ter – Aiuti e Aiuti-bis, che istituisce un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, a favore delle imprese per garantire loro una parziale compensazione degli extra costi sostenuti a causa dell’eccezionale innalzamento del prezzo di energia e gas,è sicuramente una buona misura ma le norme che lo regolamentano appaiono a volte senza un vero filo logico, ad esempio i conteggi per la verifica degli aumenti della spesa gas devono essere fatti sulle fatture del primo trimestre 2022, periodo in cui il riscaldamento incide pesantemente, ma il credito viene calcolato sulla spesa gas del secondo trimestre 2022, da ultimo anche per il terzo trimestre 2022, quando, nella maggior parte dei casi, i consumi gas scendono».

Il fornitore

«Fortunatamente l’ultimo decreto aiuti – spiegano – estende la possibilità del contributo straordinario anche al quarto trimestre 2022, eliminando anche la soglia della potenza minima per beneficiare delle agevolazioni per la fornitura di energia elettrica. Occorre prevedere anche delle forme di dilazione pagamenti che consentano al cliente e industriale e civile di potere rateizzare ad esempio in 10 rate, le fatture ricevute senza nessuna applicazione degli interessi. Ciò deve essere consentito nel rispetto dell’operatività del fornitore che non deve vedere ricadere sulle proprie attività tutto il peso finanziario delle operazioni di dilazione, ma deve avere dei fondi di garanzia che assicurino e garantiscano l’operazione di dilazione. Per le fatture di competenza fornitura maggio e giugno 2022 era stato deliberato che potevano essere previste dilazioni importanti garantendo i fornitori con il sistema garanzia Italia, ma ci se era colpevolmente dimenticati che il sistema garanzia Italia era scaduto e non era stato rinnovato, ciò ha generato confusione e malintesi che alla fine hanno avuto solo lo scopo di inasprire i rapporti tra i clienti ed i fornitori. Dal 2022 si è poi deliberato di introdurre una nuova voce di spesa: Il corrispettivo per il mercato della capacità che va ad incidere in maniera non marginale sui costi che le aziende ed i privati devono sostenere».

Le comunità energetiche

Infine, aggiungono che «sarebbe quanto mai opportuno bloccare questo corrispettivo restituendo a tutti quanto già versato in questi mesi e pensare all’introduzione dello stesso solo a far data dal 2023. In conclusioni consideriamo assolutamente improrogabile l’applicazione di un cap sul valore dei mercati e sarebbe auspicabile farlo con una misura condivisa a livello europeo ma, in assenza di accordo, si deve necessariamente agire a livello nazionale, sbloccando al contempo tutti gli iter che possano permettere misure che aiutino il sistema impresa e civile a sostenere gli aumenti, vedi definitivo sblocco delle normative delle comunità energetiche, continuando anche nell’applicazione dell’azzeramento degli oneri di sistema e mantenere almeno anche per il primo semestre 2023 le ultime percentuali di recupero del credito di imposta per i non energivori e per gli energivori».

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