Migliorare nonostante la pandemia: Ast fa scuola

L’ad Burelli è intervenuto giovedì alla conferenza del Kaizen Institute spiegando ciò che l’azienda ha fatto negli ultimi mesi. Formazione e sicurezza al centro

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Come superare un problema mai affrontato prima, come una pandemia, in un’organizzazione grande e complessa e mantenere allo stesso tempo motivazione, alti standard di sicurezza e continuità nel business? Ha risposto a questo interrogativo l’ad di Ast Massimiliano Burelli con il suo intervento di giovedì alla conferenza digitale organizzata dal Kaizen Institute sulla ripartenza post Covid-19: Build Back Better. L’evento si è tenuto online e ha raccontato sei storie di miglioramento continuo in azienda ai tempi del virus. Esperienze che puntano ad essere ispirazione per affrontare i momenti difficili e trovarsi pronti alla ripartenza, qualsiasi sia l’emergenza da affrontare. C’è chi non si è mai fermato, chi ha sviluppato nuovi modi di lavorare, chi nella crisi ha trovato nuovi modelli organizzativi.

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«Dopo il 6 aprile non ci siamo fermati»

«Le acciaierie di Terni, un pezzo della storia industriale italiana da ormai 136 anni – ha raccontato Burelli – si sono trovate a gestire un problema mai vissuto prima, come la pandemia. Siamo riusciti nel giro di poche settimane a convertirci per poter far lavorare le nostre persone in maniera sicura e siamo stati presi ad esempio dalla comunità nazionale: oggi il protocollo che abbiamo applicato fa scuola. Siamo stati dei precursori: siamo ripartiti il 6 aprile, pochissime altre aziende lo hanno fatto e da allora non ci siamo mai fermati». A guidare l’azienda anche in questa contingenza è stato sempre il principio del ‘miglioramento continuo’. In Ast prende il nome di ‘Back to basics’, un percorso di lean transformation che tende a rendere naturale e spontanea la continua ricerca del miglioramento e della riduzione degli sprechi.

Filosofia e riconoscimenti

Avviata nel 2016, questa trasformazione consiste in una serie di attività che partono dalla formazione, in questi anni quasi tutti i dipendenti sono stati formati alle tecniche di problem solving (8D, Ishikawa, 5 perché) e i vari macchinari dello stabilimento sono stati messi sotto controllo visivo, tramite lavagne aggiornate ad ogni fine turno. Partiti dalla formazione a tutti i 1.700 operai, poi una serie di iniziative, le più significative sono i Kaizen blitz, ovvero un’azione rapida, focalizzata e risolutiva messa in atto allo scopo di ottenere un miglioramento all’interno di un’area di lavoro ristretta e definita. È la prima volta che la filosofia del ‘continuous improvement’ viene declinata su un sito siderurgico di questo tipo e dimensioni e questo ha permesso ad Ast di ricevere diversi riconoscimenti ricordati da Burelli durante il webinar di giovedì: «Un menzione speciale da Kaizen Award Italia 2017 per l’impatto e la velocità di implementazione dimostrata, il secondo posto ai Kaizen Award del 2018 e il primo nel 2019 nella categoria ‘Cultura del miglioramento continuo nella sanità’ grazie all’attività della nostra Cassa Mutua Aziendale».

Formazione al centro, nonostante tutto

«Questo percorso – ha spiegato l’ad di Ast – non è stata fermato dalla pandemia, ma è andato avanti con attività realizzate da remoto, le riunioni convertite in maniera digitale, 67 attività di miglioramento continuo virtuali». Insomma è stata applicata la tecnologia a ciò che precedentemente veniva svolto in presenza. «Neanche la formazione si è fermata – ha aggiunto Burelli – e ad oggi possiamo contare 310 cinture gialle, 77 cinture verdi, 11 cinture nere certificate dalla Ast Lean School». Quest’ultima, nata a fine marzo 2019, consiste in un percorso formativo che coinvolge tutti i dipendenti, permettendogli di ricevere una certificazione del livello di conoscenza Lean, appunto le cinture gialle, verdi o nere a seconda del livello, come nelle arti marziali. Un percorso di miglioramento continuo che ha contribuito a rendere Ast la prima azienda italiana a vedersi riconosciuta la specifica attestazione da parte di DNV GL – Business Assurance, uno dei principali enti di certificazione e verifica a livello mondiale, per quanto messo in campo in questi mesi in termini di contrasto al Coronavirus. «È la dimostrazione – ha concluso Burelli – di come anche un’azienda della old economy come nostra possa cambiare in meglio e utilizzare la tecnologia per vincere le nuove sfide».

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