Migranti, Cgil Umbria: «No Cie in regione»

Per Barbara Mischianti e Vanda Scarpelli, «la proposta del ministro Minniti di aprire un Cie in ogni regione italiana è per noi assolutamente irricevibile»

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di Barbara Mischianti e Vanda Scarpelli
della Cgil dell’Umbria

La Cgil dell’Umbria e la Camera del Lavoro di Perugia sono fermamente contrarie all’apertura di un Cie sul territorio regionale.

La proposta del ministro Minniti di aprire un Cie in ogni regione italiana – le Regioni e il ministero dell’Interno hanno in programma un incontro per il prossimo 19 gennaio – è per noi assolutamente irricevibile, anche perché l’esperienza di questi centri in altre regioni italiane è risultata assolutamente fallimentare.

Si tratta di luoghi in cui sono stati continuamente violati i diritti umani e la dignità delle persone, dando vita nella maggior parte dei casi a una lunga e inutile detenzione senza risolvere il problema dell’identificazione.

L’Umbria ha scelto al contrario e da tempo un sistema basato sull’accoglienza diffusa che permette attualmente di gestire senza particolari problemi la presenza di 3.263 persone, delle quali 408 sono state inserite nello Sprar.

Non si vede come introdurre in questo contesto un Che possa essere in alcun modo di aiuto. Piuttosto sollecitiamo il ministero dell’Interno a pubblicare quanto prima il bando per l’affidamento dei servizi di accoglienza dei richiedenti asilo nella provincia di Perugia per l’anno 2017, che ad oggi non risulta pubblicato.

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