Montecastrilli, parla il ‘paziente 1’ guarito

Doppio tampone negativo per il 32enne, primo positivo al Covid-19 in Umbria. «Mia madre mi lasciava pranzi e cene fuori dalla camera. Le prima cose che farò? Un giro con i miei cani e la cena in famiglia»

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di S.F. e F.T.

Una buona notizia arriva dal distretto di Narni – Amelia della Usl Umbria 2. Il giovane 32enne di Montecastrilli (Terni), primo caso di positività al Covid-19 registrato in Umbria lo scorso 28 febbraio, è guarito come conferma l’esito negativo dei due tamponi effettuati dall’azienda sanitaria.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

L’intervista

«Sì, finalmente è arrivato l’esito degli ultimi due tamponi, entrambi negativi». A parlare con umbriaOn è proprio il 32enne residente nel comune di Montecastrilli, ora ufficialmente – e non più solo ‘clinicamente’ – guarito. «Ho avuto febbre dal 24 al 27 febbraio – racconta – poi nulla più, sono sempre stato in buone condizioni di salute. Prima dei due tamponi negativi, ne ho fatti altri due risultati entrambi positivi. Fino alla comunicazione della Usl di Amelia, oggi, che ha sancito la mia guarigione a tutti gli effetti».

I ‘grazie’ e l’inizio della vera quarantena

«Voglio ringraziare di cuore – dice il ragazzo – le infermiere di Amelia e Terni che sono venute a fare i controlli qui a casa mia, sempre gentili, professionali, in una parola: brave. Ora inizia la mia vera quarantena, una quarantena normale fatta anche di contatti umani, finalmente. Dal 24 febbraio non sono più uscito dalla mia stanza proprio per evitare di diffondere il virus. Mia madre mi lasciava i pasti fuori dalla porta, non ci siamo più visti nonostante vivessimo nella stessa casa».

Il tempo che non passa mai

«Se ho attraversato momenti difficili? Fortuatamente non sono uno che non si abbatte facilmente. Questa fase l’ho vissuta sempre tranquillamente perché so stare bene anche da solo. Alla fine ho passato il tempo studiando, leggendo, giocando alla play station. C’è stata anche la noia, certo, ed è normale. Ma sono riuscito a riempire un tempo che a volte non passava mai. I miei amici, le persone a cui voglio bene, mi sono state vicine. Tanti messaggi e tante telefonate per sapere come stavo: basti pensare che il primo giorno della positività sono stato al telefono dalle 15 alle 22.30. C’è stato anche chi mi ha chiamato o contattato via social, diversi dei quali non conoscevo, per capire quali sintomi avessi, probabilmente preoccupati di contarre il virus».

«Ecco le prime cose che farò»

«La prima cosa che farò ora? Un giro con i miei due cani non me lo toglie nessuno. Ovviamente rispettando le disposizioni. E finalmente potrò stare a cena stasera con i miei cari, dopo oltre un mese di pranzi e cene da solo nella mia camera. Da guarito cosa mi sento di dire sulla situazione in generale? Che dobbiamo attendere ciò che dicono i medici. Sui social siamo tutti diventati virologi e dottori ma bisogna, invece, stare a casa ed affidarsi a chi ne sa più di noi. Nessuno ci chiude in casa per il semplice gusto di farlo, ma ci sono motivi ben precisi. A chi dovesse risultare positivo, dico solo di stare tranquillo: la paura è un sentimento normale, ma non aiuta. Affidiamoci a chi sa prendersi cura di noi. E se possibile, sfruttiamo questi momenti per riscoprire valori e cose a cui a volte non diamo troppo peso o che ci sembrano scontate. Nulla, invece, è scontato».

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