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Home » Narni: quei simboli rupestri sono ancora un mistero

Narni: quei simboli rupestri sono ancora un mistero

di Fabio Toni
25 Gennaio 2022
in Cultura, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di Montagne Misteriose

In questa esplorazione siamo tornati a Narni, dove appena fuori le mura del centro abitato sorge una piccola area archeologica. Ci troviamo lungo la Via Flaminia, antica ed importante strada consolare romana che collega ancora oggi Roma a Rimini.

Nell’anno 220 a.C. il censore Gaio Flaminio Nepote diede inizio alla costruzione di una via consolare che collegasse Roma con l’Italia settentrionale, unificando e risistemando vari tratti preesistenti nei territori di Veio, Capena e Falerii Civita Castellana. La costruzione fu ultimata nel 219 a.C. e la strada fu restaurata ed ampliata durante il governo degli imperatori Augusto, Vespasiano, Adriano. In quest’area troviamo diverse situazioni interessanti dal punto di vista storico.

La nostra idea di Narni è quella di una città medievale ma dobbiamo sapere che la storia di questa città è molto più antica. La zona intorno a Narni era già abitata nel Paleolitico, come attestano i ritrovamenti in alcune delle grotte di cui è composto il territorio. Intorno all’inizio del primo millennio gli Osco-Umbri si stabilirono nella zona chiamando Nequinum il loro insediamento. Nel 300 a.C. la cittadella rientrò negli interessi di Roma, che la fece assediare con il console Quinto Appuleio Pansa, ottenendo tuttavia risultati infruttuosi vista la sua impervia posizione. Ci volle oltre un anno per compiere l’impresa, avvenuta nel 299 a.C. grazie al tradimento di due persone locali che permisero ai Romani l’ingresso tra le mura. Divenne così colonia romana prendendo il nome di Narnia.

In questa zona ci troviamo alla ricerca di strani simboli scolpiti su una parete di roccia. Simboli propiziatori e di animali vennero incisi sulla roccia calcarea: un doppio fallo e una mezzaluna, forse emblema di femminilità, un delfino e una nave munita di rostro che si scorgono un po’ scoloriti fra i rovi. L’ipotesi è che siano risalenti al paleolitico o al periodo protostorico, data la vicinanza alla grotta di Orlando, grotta calcarea che si presume abitata in un periodo preistorico. La stessa grotta che, secondo la leggenda, avrebbe dato rifugio proprio all’eroico cavaliere francese dell’Orlando Furioso, poi morto nella cosiddetta ‘rotta di Roncisvalle’ nel 778.

A pochi metri dalla grotta di Orlando, troviamo la cosiddetta ‘sedia d’Orlando’: si riconosce per la presenza di un grande blocco di pietra, da alcuni studiosi identificato come un’ara sacrificale di epoca preromana. Tutto ciò ci lascia perplessi e dubbiosi sul reale periodo di attestazione storica che venne conferito a questo sito archeologico, perchè se è vero che la presenza umana è confermata realmente in un periodo molto antico della storia, è anche vero che simboli ed altare, trovandosi vicino ad una delle strade più importanti del periodo Romano, potrebbero invece essere simboli propiziatori Romani e il cosiddetto altare, invece, potrebbe essere la base di un antico monumento della strada Flaminia. Il dubbio come la voglia di sognare resta inciso sulla bianca pietra calcarea, lasciandoci tra un velo di fascino e mistero.


NARNI E IL MISTERO DEI SIMBOLI RUPESTRI – IL VIDEO
(QUI IL LINK AL CANALE DI ‘MONTAGNE MISTERIOSE’)


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