I suoi movimenti non sono sfuggiti agli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Capanne, che al rientro da un giorno di permesso hanno deciso di perquisirlo: decisione lungimirante, visto che il detenuto, italiano, aveva nascosto nell’ano, dentro ad un involucro, 10 pasticche di stupefacente. L’uomo è stato denunciato per violazione della legge sugli stupefacenti.
La scoperta delle pasticche è stata fatta grazie agli accertamenti radiografici svolti all’ospedale Santa Maria della Misericordia. A ricostruire i fatti è Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che rivolge il proprio apprezzamento al reparto di polizia penitenziaria di Perugia – guidato dal commissario Fluvio Brillo, ndr – «che pur in gravissime difficoltà dovute alla carenza cronica di personale, rimane a schiena dritta e persegue i propri fini istituzionali».
L’allarme «Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei baschi azzurri di Perugia – commenta il segretario generale del Sappe, Donato Capece – evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere. Ogni giorno la polizia penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex – una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il Sert per chi è in trattamento – sono quelle che più diffuse e sequestrate dai baschi azzurri» . Capece punta il dito contro il sistema della vigilanza dinamica e del regime penitenziario ‘aperto’ a favore dei detenuti, che a suo dire fa venire meno i controlli della penitenziaria.