«Guadagna 10 milioni, te pare lo bocciamo?»

Per stessa ammissione degli esaminandi, Suarez non «spiccicava» una parola di Italiano ma doveva assolutamente passare l’esame per ragioni professionali e di ingaggio

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di P.C.

In effetti, era sembrato strano che Suarez, dopo un esame di italiano, non avesse rilasciato alcuna dichiarazione, magari in italiano, ai tanti giornalisti che lo aspettavano: dopotutto, per uno come lui che ha affrontato platee mediatiche ben diverse, dovendo spiegare vittorie e sconfitte, poteva essere un problema gestire un gruppetto di giornalisti perugini? La risposta arriva fra le righe delle intercettazioni ambientali operate dalla procura della Repubblica e dalla Guardia di finanza: «Se i giornalisti fanno due domande e lui va in crisi? Dopo che gli abbiamo dato il livello B1 è una gatta da pelare», si preoccupavano gli esaminatori di Luis Suarez alla vigilia dell’arrivo del centravanti uruguaiano che doveva sostenere un esame di italiano per ottenere il Celi ma in realtà non ‘spiccicava’ una parola nella nostra lingua.

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Domande consegnate prima

La sfortuna di Suarez e degli esaminatori della Stranieri è che l’ateneo fosse già sotto osservazione, per fatti precedenti, sin dallo scorso febbraio. Ed è così che sono state intercettate le conversazioni che riguardavano l’esame del calciatore. «Sono emerse interlocuzioni tra gli indagati volte a far svolgere un esame ‘farsa’ al fine del conseguimento della certificazione. Ciò mediante la costituzione di una seduta d’esame ad hoc e, soprattutto, attraverso la previa consegna all’interessato dei contenuti della prova sui quali è stato poi esaminato, in modo tale da blindare l’esito favorevole».

FINANZIERI ALLA STRANIERI PER I SEQUESTRI

«Guadagna 10 milioni all’anno, te pare che lo bocciamo?»

«Ma te pare che lo bocciamo», diceva Stefania Spina, la docente con cui Suarez ha sostenuto il corso online one to one. Spiegava che l’esame era stato concordato da Lorenzo Rocca – uno degli esaminatori – con lo stesso calciatore, in sede di simulazione. «Lo devo preparare perché non spiccica una parola», aggiungeva la Spina, ma lui «deve passare perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1 e la cittadinanza». Anche se Suarez non è che fosse proprio un abile oratore, per usare un eufemismo: «Non coniuga i verbi, parla all’infinito», rideva di lui la docente.

Foto da Twitter

«Lo mettiamo sul binario…»

«Lo abbiamo ‘stradato’ bene, lo abbiamo messo su quel binario lì», assicurava Lorenzo Rocca alla rettrice Giuliana Grego Bolli. «Sul verbale non ho problemi a metterci la firma perché in commissione ci sono io e mi assumerò la responsabilità dell’attribuzione del punteggio, il mio timore è che poi tirando, diamo il livello ed esce, i giornalisti fanno due domande, in italiano, e la persona va in crisi. Quindi un po’ di preoccupazione ce l’ho». È lo stesso esaminatore ad indicare, due giorni prima dell’esame, i voti da mettere sull’attestato: tutti 3, il minimo indispensabile per ottenere l’attestato. «Ho sentito la rettrice ieri, la linea è quella».

Quando Rocca disse: «Si immagina già a Torino»

Se le accuse venissero confermate, oltre alla truffa reale, c’è quella morale, nei confronti dei tifosi e dell’opinione pubblica. E alla luce degli atti di indagine assumono un significato diverso le parole di Lorenzo Rocca, uno degli indagati, che dopo l’esame, ai giornalisti – sportivi e non – desiderosi di saperne di più raccontò un colloquio che a questo punto è lecito immaginarsi del tutto inventato, o quasi. «Si è visto che il candidato si è impegnato», aveva detto l’esaminatore. Lo stessi che invece nelle intercettazioni ambientali è stato sentito dire: «Lo abbiamo instradato». Lo stesso che si preoccupava delle domande dei giornalisti in italiano a Suarez («Il mio timore è che va in crisi»), aveva giurato che il centravanti argentino «a livello d’ascolto non ha avuto alcun tipo di difficoltà, comprende bene la nostra lingua e nel parlato comunica, si fa capire sempre ed è chiaro. Per questo come commissione d’esame abbiamo rilasciato il certificato di livello B1 che è un livello intermedio di competenza linguistica». Guardacaso, il minimo indispensabile per ottenere il passaporto. Un colpo di coda di sincerità era arrivato nell’ammettere che «certamente il suo italiano migliorerà perché è un ragazzo sveglio e simpatico». Sempre Rocca aveva dichiarato che Suarez aveva «parlato molto della sua famiglia e dei tre figli ai quali è molto attaccato, dell’Uruguay e dei suoi progetti per il futuro». Come… non si sa, visto che «non spiccica ‘na parola».

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