Due anni fa si erano opposti al trasferimento forzato a Foligno, proposto loro dall’amministrazione comunale di Nocera Umbra. Poi, dopo il venir meno del contributo pubblico, i 14 ospiti si sono autorganizzati in una casa famiglia rimanendo nella stessa struttura, della Usl, che li ospita da tanti anni. Si sono fatti carico delle spese di gestione e di ristrutturazione e hanno proposto alla Usl di realizzare un nuovo contratto di locazione. La Usl invece, in piena pandemia, ha fatto recapitare un provvedimento di sfratto, perché avrebbe deciso di vendere i locali.
I sindacati: «Invitiamo la Usl a fare marcia indietro»
«A Nocera Umbra – si legge in una nota firmata da Mario Bravi (segretario provinciale Spi-Cgil Perugia) e da Bernardo Baldoni (segretario Lega Spi Cgil Foligno) la percentuale di locali pubblici e privati è enorme. E quindi la cosiddetta ‘pressione’ del mercato non esiste. I 14 ospiti hanno recentemente effettuato il tampone e risultano tutti negativi e hanno un’età che va dai 77 ai 95 anni. Quindi parliamo di persone fragili che istituzioni e società dovrebbero tutelare in tutti i modi. Invitiamo la Usl a fare marcia indietro e a tornare sui suoi passi, anche perché la legge prevede che sia la stessa amministrazione pubblica a dover garantire un tetto ai più fragili. Serve un’amministrazione pubblica che torni immediatamente alla necessaria razionalità e sensibilità civile».