‘Nodino’ Collestrada, c’è chi dice no

Già 1.500 le firme raccolte sulla piattaforma Change.org. Renzini: «Il problema del traffico va risolto ma la soluzione è vecchia»

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di Simona Panzolini

Gli abitanti di Collestrada non ci stanno proprio a vedere deturpati ancora una volta la collina panoramica e il bosco secolare dalla nuova infrastruttura stradale che dovrebbe decongestionare il traffico verso il Perugia.

Il progetto

Il progetto stradale del cosiddetto ‘nodino’ di Collestrada, che ha ottenuto nei mesi scorsi il via libera dal ministero dei trasporti, è un’opera di grande impatto paesaggistico e morfologico strutturale che va a ricadere in un’area paesaggistica già fortemente compromessa dalla densa presenza di attività commerciali. Sarà una bretella di 7 chilometri tra Collestrada e Madonna del Piano, per decongestionare Ponte San Giovanni e Balanzano e immettere su quel tratto solo coloro i quali devono entrare nella città di Perugia e non più chi è diretto verso Roma. Si prevede una spesa di 160 milioni di euro, comprensiva del raddoppio delle rampe all’altezza della galleria Volumni-Piscille. La progettazione è stata già affidata da Anas ad una società di Gubbio. Ci vorrà un anno, con analisi diagnostiche, carotaggi e studio del territorio. Poi si passerà all’approvazione e al progetto esecutivo. Fra l’autunno e l’inverno del 2021 comincerà la gara d’appalto, che richiederà un altro anno. A fine 2022, dopo l’assegnazione, dovrebbero cominciare i lavori che potrebbero durare intorno ai tre anni.

L’appello

Le associazioni dei residenti non si sono fatte cogliere di sorpresa e attraverso i social e la stampa, difendono l’ecosistema del territorio, classificata zona SIC/ZSC (sito di interesse comunitario), rivendicando il valore storico e paesaggistico dell’area. Con un post del 6 febbraio, Luciana Renzini, presidente dell’associazione Colle della Strada, ha lanciato una petizione on line su Change.org: «Siamo in Umbria, cuore verde d’Italia, a Collestrada, crocevia di strade e di culture. Alla cima del colle panoramico, posto tra Perugia ed Assisi, fa capolino il borgo medioevale che racconta di battaglie tra due città, di prigionieri di guerra come San Francesco, di capitani di ventura come Braccio Fortebraccio, di lebbrosi, di boschi e piante speciali, di uccelli migratori e di tanto altro. Dalla stampa abbiamo appreso che una bretella stradale nuova potrebbe devastare questo incantesimo provocando cicatrici mai più riparabili. Chiediamo il vostro sostegno per la sottoscrizione e la diffusione della petizione online su https://www.change.org/SalviamoCollestrada».

Per capire meglio le ragioni di chi si oppone all’opera, abbiamo posto alcune domande alla stessa Renzini.
Qual è vostra posizione in merito al ‘nodino’ stradale?

«C’è grande preoccupazione perché il problema del traffico va risolto ma la soluzione proposta già 20 anni fa, e che sembra voler essere rispolverata, non soddisfa ora come allora la cittadinanza, le associazioni e tutti coloro che hanno a cuore quel territorio di pregio e quel cono panoramico che verrebbe distrutto per sempre. Molti cittadini di Collestrada hanno sottoscritto la petizione ed altri stanno continuando a firmare. Pochi sono gli ottimisti che pensano che questa sia la migliore soluzione per risolvere il problema del traffico a Perugia».

Perchè la raccolta delle firme?

«Per diffondere e far conoscere questo problema a più persone possibile. Collestrada ha una posizione strategica dal punto di vista viario ma in pochi conoscono le peculiarità paesaggistiche e storiche che la riguardano. In questo momento di distanziamento sociale, le difficoltà di condurre una petizione esclusivamente online non favoriscono la sottoscrizione ma stiamo cercando di raggiungere tutti coloro che credono nella causa ma che hanno qualche difficoltà con la tecnologia. In 10 giorni le firme raccolte sono state oltre 1.500 quindi crediamo di essere sulla buona strada».

Quale proposta alternativa intendete presentare alle istituzioni?

«Sicuramente non spetta a noi cittadini presentare soluzioni ma daremo tutta la nostra disponibilità alle istituzioni per risolvere l’annoso problema. Insieme dobbiamo capire da che parte andare perchè se devastiamo, perdiamo tutti: la politica, i cittadini e le imprese. Ognuno deve fare la sua parte, illuminati dalla consapevolezza di quello che ci circonda e valutare alternative dal punto di vista del tracciato stradale (magari valorizzando l’esistente), dello sviluppo della rete di trasporto intermodale e della ricerca di sistemi innovativi di comunicazione meno impattanti su territorio, ambiente ed ecosistema».

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