«Il mercato immobiliare della città di Perugia risulta nel complesso ancora fortemente deteriorato. Complici, sicuramente, le incertezze congiunturali e il fenomeno sismico che ha colpito il territorio sul finire del 2016. A risentirne maggiormente sono i settori di impresa, che registrano una forte contrazione del numero di scambi su base annua. Fatta eccezione per il comparto residenziale, che rileva qualche debole segnale di ripresa soprattutto negli scambi, nel complesso i vari comparti sono contraddistinti da un allungamento dei tempi medi di vendita e di locazione, da una crescita degli sconti praticati sul prezzo e da una riduzione dei valori», è quanto emerge dal 1° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2017 di Nomisma.
Il ‘residenziale’ Il comparto residenziale perugino, dice Nomina, «dal punto di vista dell’attività transattiva registra una crescita che si presume possa proseguire anche nei prossimi mesi (+17% su base annua). Nel complesso però, nonostante alcuni segnali positivi, il quadro rimane ancora complicato e fragile. I tempi medi di vendita si allungano (in media 9 mesi, sia per il nuovo sia per l’usato), mentre si contraggono le tempistiche medie da locazione (3 mesi). L’andamento dei prezzi e dei canoni risente ancora delle difficoltà del momento, registrando flessioni più consistenti rispetto a quelle rilevate un anno fa. Il calo dei valori è pressoché lo stesso per il nuovo e per l’usato, rispettivamente -2,3% e -2,0%. La domanda è sempre più orientata alla locazione».
Il ‘direzionale’ Secondo l’istituto, poi, «continua la fase negativa del comparto direzionale, le cui difficoltà risultano ben rappresentate dal divario tra prezzo richiesto e prezzo effettivo, che si aggira intorno al 20% da quattro anni, nonché dall’allungamento dei tempi medi di vendita (11 mesi). Pressoché analoga la situazione registrata sul versante locativo. Stazionari da tre anni i rendimenti potenziali lordi annui (5,6%)».
Il ‘commerciale’ Il mercato degli immobili commerciali di Perugia «è forse quello che ha maggiormente risentito degli effetti congiunturali e degli eventi sismici che hanno colpito il territorio sul finire del 2016. L’Agenzia delle Entrate ha rilevato una forte contrazione del numero di compravendite, per lo più riconducibile alla seconda parte dell’anno. La tenuta dei valori (-1,4% il calo annuo dei prezzi e invarianza dei canoni su base annua), la contrazione dei tempi medi di vendita e di locazione e la stabilità dello sconto medio praticato sul prezzo sono elementi che, di fatto, non mostrano pienamente le difficoltà oggettive del settore».
Previsioni difficili Dal punto di vista previsionale, «nei prossimi mesi potrebbe registrarsi una ripresa del comparto locativo direzionale e del numero di unità scambiate del residenziale, a fronte di una sostanziale tenuta di quantità e valori negli altri comparti. Ancora in forte difficoltà il comparto dei capannoni».