Norcia, nuovi negozi: «Segnali di vita»

Il 4 settembre saranno pronti i 28 moduli che ospiteranno le attività turistiche che erano dentro Norcia. «Il mio lavoro è tutto»

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di L.P.

La delocalizzazione delle attività commerciali a Norcia è ormai pronta. Manca appena una settimana e poi 28 commercianti potranno tornare a lavorare nelle nuove strutture nel viale della Stazione.

Le strutture in legno che ospiteranno i negozi

Le strutture Proprio qui, infatti, sorgerà la galleria commerciale dove torneranno le botteghe più tipiche del centro storico di Norcia, inagibili dopo le scosse di terremoto di un anno fa. «Ritornare a lavoro è tutto» racconta Arianna, che un tempo produceva e faceva assaggiare la sua cioccolata ai turisti che passeggiavano lungo corso Sertorio e dintorni. A capo del progetto, per conto della Regione, c’è il capo della Protezione civile umbra Alfiero Moretti che, spiega: «I lavori sono quasi ultimati, a fine mese il cantiere sarà concluso e la prima settimana di settembre saranno consegnate ai commercianti che attendono di poter riaprire il proprio negozio».

IL TERREMOTO 

Il capo progetto «Ci saranno negozi tipici, quelli più turistici, per via della loro funzione strettamente legata al centro storico di Norcia che la Regione, assieme al comune, ha deciso di delocalizzare in via della Stazione in una zona che sarà totalmente pedonale. Ospiterà 28 attività che un tempo erano dentro le mura e che sono risultate inagibili dopo le scosse di terremoto. Le strutture vanno dai 12 ai 50 metri quadrati e sono completamente costruite in legno. E’ uno dei tre esempi di delocalizzazione delle attività, assieme a chi si è spostato da solo o è andato in affitto, questo intervento è stato interamente finanziato dalla Regione». I 28 fortunati sono stati scelti dopo un lungo lavoro di analisi – spiega Moretti – e dopo svariate riunioni, tra le attività più rappresentative e più in difficoltà, in base a un ordine di priorità.

ALFIERO MORETTI SPIEGA IL PROGETTO – L’INTERVISTA

Il cantiere lungo la strada

I negozi  Botteghe di prodotti tipici, norcinerie, salumerie, alimentari, un’agenzia immobiliare, ma anche abbigliamento. «Il costo – spiega ancora Moretti – al netto di opere di urbanizzazione e allacci, si aggira sugli 800 euro a metro quadrato. Le strutture, acquistate dalla Regione rimarranno qui il tempo necessario, fin quando il comune riterrà ce ne sarà bisogno. Sono strutture collaudate a 20 anni, speriamo ovviamente i negozianti possano far ritorno prima dentro Norcia, ma queste strutture potranno essere utilizzate anche in futuro».

Delocalizzazione Presentate in anteprima il 24 agosto, dalla presidente Marini assieme al capo della Protezione civile Moretti e al vicepresidente della Regione Fabio, si trovano a ridosso del centro storico, «per questo si è puntato su lavori di grande fattura e qualità – ha detto Paparelli – In tre aree intorno alle mura cittadine saranno poi delocalizzati i ristoranti, nella zona industriale ci sarà una galleria commerciale dedicata alle attività produttive artigianali a carattere non turistico e in più un’area per gli studi professionali».

I negozi avranno a disposizione da 12 a 50 mq

La norcineria di Marcello A guardare queste strutture in legno, con gli occhi lucidi, sono alcuni tra i commercianti che, tra poco più di una settimana, potranno rimettersi di nuovo a lavoro. «Non ho mai fatto, in tutta la mia vita, delle ferie così lunghe» racconta Marcello Terenzi, della Norcineria San Benedetto. Nella sua bottega tutta in legno faceva assaggiare tutto il meglio della norcineria locale a turisti e appassionati. Mai un giorno di vacanza fino al 2016, racconta, quando poi la vita della sua famiglia è cambiata completamente. «Lavoravo con mio figlio – ci dice commosso – la bottega era proprio dietro piazza San Benedetto. Tutta in legno, tutta addobbata, era l’unica che, assieme alle teste di cinghiale, aveva anche una lepre col fucile sul bancone!». Ora tutti quegli addobbi – o quello che si è salvato dal terremoto – proverà a riportarlo qui, in viale della Stazione, dove aspetta con grande emozione di poter tornare a lavorare.

MARCELLO E ARIANNA: LE SPERANZE – LE INTERVISTE

Cioccolato Come lui c’è anche Arianna, che ha continuato a fare la cioccolata nel suo laboratorio per tutto questo anno, ma poi ha dovuto smettere, perché non poteva più venderla non avendo più un negozio. «Da quando è venuta giù la chiesa di San Benedetto non siamo più rientrati nel nostro negozio. Non ho mai smesso di lavorare in questo anno – racconta mentre ci indica quale sarà il casottino che le spetta – ma poter riaprire il negozio a turisti e cittadini è un’altra cosa. Ti fa sperare in un futuro», conclude. «Queste strutture sono anche molto belle. Qui, per noi, sarà un nuovo inizio».

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