Nove arresti e venti indagati per il mercato della droga ‘a cielo aperto’ di Fontivegge

Si tratta di cittadini tunisini, sei sono finiti in carcere e tre risultano irreperibili. Indagine della polizia di Stato

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All’alba di giovedì è scattata un’operazione antidroga da parte della polizia di Stato di Perugia e incentrata su un giro di spaccio di stupefacenti condotto da cittadini di origini tunisine. A renderlo noto è la procura della Repubblica di Perugia che spiega, poi, i dettagli dell’operazione. «Personale della polizia di Stato – si legge nella nota a firma del procuratore Raffaele Cantone – ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip del tribunale di Perugia, nei confronti di nove soggetti dì nazionalità tunisina, di ed età compresa tra i 32 e i 54 anni, gravemente indiziati in concorso con altri dodici soggetti, allo stato indagati, dei reati di detenzione e spaccio di stupefacenti tipo hashish, eroina e cocaina».

Sei in carcere

«Il provvedimento cautelare, che costituisce l’epilogo di una complessa ed intensa attività investigativa – prosegue la procura di Perugia – ha disposto nei confronti di sei indagati la custodia in carcere per un periodo che va da 1 anno a tre mesi, tenuto conto della gravità delle singole condotte. Per gli altri tre, invece, è stata applicata la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un periodo che varia da 2 anni a 6 mesi in base alla gravità delle singole condotte contestate».

Mercato all’aperto in zona stazione

«L’operazione, che ha interessato la zona della stazione Fontivegge e, nello specifico, piazza Vassalli e relative pertinenze, è stata condotta dalla squadra Mobile di Perugia con il supporto del Reparti prevenzione crimine Umbria-Marche e delle unità cinofile antidroga della polizia di Stato. Le indagini, avviate nel giugno del 2023, si sono sviluppate con molteplici servizi sul territorio, con appostamenti e pedinamenti, ma anche con attività di tipo tecnico come il monitoraggio delle telecamere di sorveglianza e l’utilizzo di fotocamere. Nel corso delle indagini la polizia giudiziaria ha documentato circa 800 episodi criminosi e l’esistenza di una vera e propria ‘piazza di spaccio’ dove i soggetti agivano indisturbati e in maniera palese, talvolta esponendo sui muretti le varie sostanze, pesando e confezionando le dosi in loco alla presenza dell’assuntore».

L’organizzazione

«Le indagini hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati; sono stati infatti individuati compiti e ruoli di ognuno, con particolare riferimento alle modalità di gestione e direzione dell’attività di spaccio svolta nel piazzale. In particolare le figure ritenute essere i coordinatori e i fornitori dei vari gruppi di spacciatori operanti nella zona, avevano attivato una serie di ‘vedette’ a supporto e a difesa della piazza che, tramite il monitoraggio degli accessi, oltre ad assicurare la prosecuzione dell’attività delittuosa senza soluzione di continuità, avevano il compito di allertare gli spacciatori in caso di arrivo delle forze dell’ordine. Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari che hanno consentito di rinvenire e sequestrare presso le abitazioni degli indagati numerosi supporti informatici che saranno oggetto di successivi accertamenti. Dei nove soggetti destinatari della misura cautelare, tre sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale: attivate ricerche anche in ambito internazionale».

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