Nove sanzioni per il dissesto di Terni. Richieste ridotte e nessuna interdizione

La Corte dei Conti dell’Umbria ha deciso sugli ex amministratori del quadriennio 2014-2018. Le difese: «Continueremo a batterci»

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Dai 278 mila euro richiesti ai 170 mila irrogati, con la possibilità di pagarne ‘solo’ il 30% entro 60 giorni, anche se le impugnazioni nei vari gradi di giudizio – a partire da quella di fronte al collegio della Corte dei Conti dell’Umbria – sono praticamente scontate. Proprio la Corte, ma in composizione monocratica (giudice Piero Carlo Floreani), ha deciso in ordine alle sanzioni agli ex amministratori del Comune di Terni – nove in tutto, in carica fra il 2014 e il 2018 – rispetto a quanto chiesto dalla magistratura contabile per il dissesto certificato ad inizio 2018.

Dissesto Terni: chieste maxi sanzioni per 9 ex amministratori

Le sanzioni

Buona parte di quelle ipotizzate dall’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore generale Enrico Amante, sono state dimezzate in sede di giudizio: l’ex sindaco Leopoldo Di Girolamo deve pagare 5.590 euro (richiesta dell’accusa 11.180 euro), l’ex assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi 29.517 euro (richiesta 59.035 euro), l’ex vice sindaco Francesca Malafoglia 40.996 euro (richiesta 81.993 euro), gli ex assessori Emilio Giacchetti e Stefano Bucari 16.397 euro ciascuno (richieste 32.797), gli ex assessori Francesco Andreani, Daniela Tedeschi e Cristhia Falchetti Ballerani 14.759 euro ciascuno (confermata la richiesta) e l’ex assessore – attuale consigliere comunale – Tiziana De Angelis 16.399 euro (confermata la richiesta). Tutte ‘decurtabili’ al 30% degli importi stabiliti se il pagamento al Comune di Terni – come detto – dovesse avvenire entro due mesi. Ma non è questa la strada che i coinvenuti (per i quali non ci sarà alcuna interdizione dai pubblici uffici per 10 anni, visto che la richiesta della procura è stata respinta) e le rispettive difese – gli avvocati Roberto Spoldi, Nicola Pepe, Patrizia Bececco e Gianluca Luongo – intendono seguire.

L’avvocato Nicola Pepe

«Non c’è solo il caso-Terni. Federalismo fiscale mai attuato»

L’avvocato Pepe, esperto contabilista e specializzato in Corte dei Conti, difensore di Malafoglia e Piacenti D’Ubaldi, ha le idee chiare: «I miei assistiti hanno sempre agito nell’interesse della pubblica amministrazione, trovandosi a gestire e cercando di sanare una situazione di criticità strutturale del debito, non diversa da quella che caratterizza decine di altri comuni italiani. Ciò anche a causa di un federalismo fiscale mai espresso, come più volte sancito dalla Corte Costituzionale, con gli enti senza risorse e costretti ad indebitarsi pur di erogare servizi pubblici essenziali. Rispetto alla decisione – osserva l’avvocato Pepe -, saremo noi a chiedere un approfondimento giudiziale dinanzi al collegio. Per accertare il buon operato degli ex amministratori e perché qualsiasi reponsabilità amministrativa non può essere trattata nell’ambito di un procedimento sanzionatorio, peraltro unico in Umbria ed estremamente raro in Italia».

Roberto Spoldi

«L’ex giunta non ha determinato né aggravato il dissesto»

Così invece l’avvocato Spoldi, difensore di Di Girolamo, Bucari e Giacchetti: “Non siamo soddisfatti assolutamente della decisione che analizzeremo nel contenuto del decreto, riservandoci eventuale opposizione alla luce di ciò che constateremo. Siamo sicuri della bontà della tesi che abbiamo portato avanti finora e del fatto che l’ex giunta non abbia determinato il dissesto né fatto nulla per incrementarlo”.

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