Nuova ‘casa’ a Terni per il Soccorso alpino

Il presidente del Sasu Matteo Moriconi: «Ora saremo più operativi ed efficienti»

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«Un luogo molto ambito, che abbiamo desiderato tanto e che ora ci permetterà di guadagnare in termini di efficienza, anche per quanto riguarda il parco mezzi. Terni da oggi può vantare un luogo bello e funzionale». Così il presidente del Soccorso alpino e speleologico Umbria Matteo Moriconi all’inaugurazione della nuova sede provinciale di Terni del Sasu, alla quale hanno presenziato i presidenti del Soccorso alpino e speleologico provenienti da ogni regione d’Italia e il presidente del Cnsas Maurizio Dellantonio. Al taglio del nastro anche esponenti dell’amministrazione locale e regionale, il senatore Luca Briziarelli, la senatrice Valeria Alessandrini, l’assessore regionale Enrico Melasecche e l’assessore comunale Stefano Fatale.

La nuova sede

«L’importanza di questa sede, per la cittadinanza umbra e per tutti coloro che accedono alla nostra Regione – ha spiegato Moriconi – risiede nel fatto di avere una struttura capillare, attrezzata e dotata di risorse umane e tecniche su tutto il territorio, in grado di rendere sempre più efficiente l’attività di soccorso. All’interno, la sala operativa lavora in costante contatto con la centrale regionale di Perugia. Dalla sala vengono gestite le chiamate di tutta la provincia di Terni e soprattuto della Valnerina. Un luogo che può essere utilizzato anche nelle maxi emergenze perché dotato di tecnologie innovative. In poche parole è il cuore della struttura. La nuova sede è dotata inoltre di un magazzino per gli interventi alpinistici e speleologici. È presente anche a la squadra forre, una tra le più importanti in Italia, da qua partono tutte le squadre. Vogliamo condividere questa ulteriore crescita della nostra struttura con tutte le persone che ci sostengono; noi, dal canto nostro, continueremo ad essere sempre al vostro fianco».

Alcuni numeri

«Abbiamo chiuso il 2019 con oltre 150 interventi, oltre 40 mila ore di attività, con un impegno di circa 15 operatori al giorno. Gli interventi sono aumentati drasticamente del 30% tra il 2018 e il 2019 perché in questi anni è stata riscoperta la nostra regione con un aumento dei flussi turistici, ad esempio in Valnerina e al monte Cucco. Dopo alcuni interventi a gennaio e febbraio 2020 c’è stato il blocco del lockdown, in cui la nostra attività è stata sospesa perché chiaramente molto legata ai flussi turistici. A fine lockdown, però – ha concluso il presidente – c’è stata un’impennata di richieste di intervento: tra maggio e giugno abbiamo fatto oltre 50 interventi».

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