La questione è delicata. Anche se il rischio è che – magari con le entrate a gamba tesa della politica – la si sminuisca e le si faccia perdere di valore.
Piazza dell’Olmo Le settemila firme raccolte da chi ha proposto di intitolare a David Raggi quella piazza dell’Olmo nella quale è stato ucciso – travalicando le intenzioni di chi ha lanciato l’iniziativa e, senza ombra di dubbio, anche della famiglia Raggi – sono diventate l’occasione per parlare di altro. E la cosa non è sfuggita a Walter Patalocco, che nella sua rubrica Il corsivo esprime chiaramente un giudizio.
IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO
Le regole Perché, di fatto, è andata così: della cosa si è parlato in consiglio comunale e «da parte del Comune di Terni – ha spiegato l’assessore Francesco Andreani – è stato manifestato il pieno accoglimento dell’idea, ma la decisione finale spetta alla Prefettura, in quanto è necessara una deroga alle leggi attuali, che prevedono che per poter procedere all’intitolazione, siano trascorsi almeno dieci anni dalla morte della persona in questione».
La deroga Richieste di deroga, ha ricordato Andreani, sono già state presentate, in passato, per ricordare le figure di Enrico Micheli e Adriano Garofoli, senza che però sia mai pervenuta una risposta, tanto che per Garofoli abbiamo addirittura reiterato per tre volte la richiesta e siamo ancora in attesa».
Melasecche La spiegazione non è però piaciuta al consigliere comunale Enrico Melasecche, secondo il quale, allora, si sarebbe commessa un’infrazione intitolando – «perché comunista» – nel dicembre dei 2013, i giardini di piazza Dalmazia ad Anna Lizzi Custodi; consigliere regionale e responsabile dell’Udi di Terni, tra l’altro; prima che fossero passati i canonici dieci anni dalla morte, avvenuta il 17 dicembre del 2008.