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Home » Orvieto, Gnagnarini: «Lascio, si esagera»

Orvieto, Gnagnarini: «Lascio, si esagera»

di Redattore
3 Novembre 2017
in Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Massimo Gnagnarini

Massimo Gnagnarini

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Una affermazione infelice postata sul proprio profilo Facebook costa la poltrona all’assessore Massimo Gnagnarini, che nel pomeriggio di giovedì ha rimesso le sue deleghe al sindaco Giuseppe Germani.

Il sindaco Germani

La frase su Rom Rispondendo sul proprio profilo Facebook ad un cittadino sui possibili rimedi al fenomeno della presenza di donne nomadi nei pressi della stazione ferroviaria, l’assessore aveva addirittura (con un’ironia macabra) fatto riferimento a Hitler e all’olocausto: «C’aveva provato anche zio Adolf a prendere qualche rimedio, politicamente scorrettissimo, ma non gli è riuscito neanche a lui». Questo il suo commento, che aveva immediatamente scatenato reazioni anche all’interno dell’amministrazione comunale. È stata proprio l’amministrazione comunale a dare notizia – ironia della sorte, con un post su Facebook – della decisione dell’assessore, autore di «una frase grave, che va stigmatizzata in modo netto», per stessa ammissione del primo cittadino: «Nelle prossime ore – assicura Germani – valuterò l’intera vicenda insieme alla giunta e alla maggioranza».

«Parla la mia storia» Subito dopo la gaffe, l’assessore aveva provato a giustificarsi: «La battuta m’è venuta dopo sette ore passate in consiglio comunale. Ora seriamente dico che il fenomeno è pesante e non abbiamo molti strumenti per reprimerlo». Ma la polemica non si è placata, fino alle dimissioni, arrivate – ha scritto Gnagnarini al sindaco – con l’intenzione di sollevare l’amministrazione da ogni conseguenza o imbarazzo che possano derivare «a seguito dell’enorme e grottesco riflesso mediatico sviluppatosi intorno a una mia frase su Facebook, riferita alla storia della persecuzione nazista verso il popolo Rom da me evocata in una infelice quanto inopportuna forma di spirito nel rispondere ad alcune domande poste da un nostro concittadino». L’assessore ha comunque voluto chiarire che «circa i miei sentimenti autentici verso gli orrori del nazismo sono la mia storia personale e politica a far fede».

Giacomo Leonelli

Polemica interna Erano stati proprio i segretari locali del circolo Pd (che supporta l’amministrazione) a chiedere al sindaco di «esprimere pubblicamente un parere chiaro in merito a questa terribile vicenda che offende prima di tutto – avevano scritto Lorenzo Cortoni, Samuele Tognarini e Karol Sganzerla – la storia e la cultura liberale, democratica e antifascista della nostra città e offende in modo ignobile la memoria delle tante persone che con il sangue e la vita hanno combattuto il nazismo e liberato Orvieto dall’occupazione tedesca». Richiesta rilanciata anche dalla senatrice Francesca Puglisi, presidente della commissione parlamentare contro il femminicidio. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario regionale Giacomo Leonelli: «Parole molto gravi che offendono la tradizione democratica della nostra terra e i valori del centrosinistra».

Orvieto e il Nazismo La federazione provinciale Usb chiedeva una «decisa e collettiva presa di posizione, utile a ribadire con forza e, ancora oggi, i valori dell’antifascismo, soprattutto nel dibattito politico e pubblico. Orvieto, che ha pagato con un prezzo altissimo l’occupazione nazifascista, che ha visto assassinati sette suoi figli a Camorena – scrivevano i sindacalisti – e non può tollerare queste parole e questi comportamenti che rimandano ad un periodo tragico della nostra storia ed in una fase nella quale la nostra società sta di nuovo scivolando nella barbarie. Di tutto abbiamo bisogno, tranne che di affermazioni dal carattere eversivo, soprattutto se provengono da un dirigente politico di un’amministrazione comunale. Affermazioni ancora più pesanti se espresse a pochi giorni dalla giornata che ha visto l’Anpi scendere in piazza, in tutta Italia, insieme alle forze politiche e sociali in difesa delle istituzioni democratiche nate dalla Resistenza».

La foto-profilo di Gnagnarini

La polemica sui redditi Non erano giorni sereni per l’assessore Gnagnarini. Appena ad inizio settimana, infatti, era stato al centro di un’altra polemica: dopo un battibecco con un cittadino, titolare di una libreria, ne aveva resi pubblici i guadagni, rendendo note le cifre del fatturato della libreria attinte dalla Camera di Commercio. Ed anche in quel caso, commentando sui social l’articolo di un giornale aveva ironicamente definito «uno scoop» il fatto che si parlasse di sue simpatie naziste.

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