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Home » Ospedale di Perugia, tutto da rifare per l’appalto di snack e merendine: le tappe della vicenda

Ospedale di Perugia, tutto da rifare per l’appalto di snack e merendine: le tappe della vicenda

Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso della IVS Italia. In ballo 1,6 milioni di euro

di Simone Francioli
11 Luglio 2025
in Altre notizie
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di Giovanni Cardarello

«L´è tutto sbagliato, l´è tutto da rifare» amava ripetere, quasi come un mantra, il grande campione di ciclismo Gino Bartali. Un motto che si attaglia, alla perfezione, a quanto accade all’azienda ospedaliera ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia in ordine all’appalto per l’installazione delle macchinette per la distribuzione di snack, merendine, acqua e bibite.

Bar ospedale Perugia: sospesa la gara d’appalto per la nuova assegnazione

I fatti. Partiamo dal dato fondamentale, il valore dell’appalto, una cifra complessiva di circa 1,6 milioni di euro. Una cifra importante che ha spinto diverse aziende, leader del settore, a presentare l’offerta. Lo scorso autunno, alla prima apertura delle buste per le offerte tecniche, sono state ammesse alla gara per l’assegnazione del servizio di distribuzione automatica (questo il nome tecnico), il Gruppo Argenta, Coiba srl e Liomatic spa (il vecchio gestore) ora fuso con IVS Italia spa.

Ma, come riporta l’edizione oggi in edicola del Messaggero Umbria, dopo la valutazione delle offerte tecniche sono state escluse IVS e Argenta ammettendo alla valutazione economica, e di fatto all’assegnazione dell’appalto, la sola Coiba srl.

Ma la IVS, che come accennato tramite Liomatic, era il vecchio gestore dell’appalto non ha accettato il verdetto ed ha presentato un dettagliato ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Al centro del ricorso un concetto affatto banale, la qualità nutrizionale dei prodotti offerti dalle macchinette per la distribuzione. Una clausola salutista del capitolato che indicava la necessità di avere nelle macchinette anche prodotti senza glutine, provenienza locale e con un valore nutrizionale di meno di 150 kilocalorie.

Tutti criteri ai quali tanto IVS, quanto Argenta, non avrebbero rispettato ma che, secondo i ricorrenti, non erano ben specificati nel capitolato. E da qui, appunto, il ricorso al Tar. Ricorso che viene accolto perché secondo i giudici esistono «profili di fondatezza quanto al denunciato difetto di motivazione in merito all’esclusione dell’offerta tecnica della ricorrente». Una decisione che obbliga l’azienda ospedaliera di Perugia ad un secondo seggio di gara.

Un seggio di gara dove viene disposto «il riesame dei provvedimenti impugnati, a cui l’amministrazione dovrà provvedere inserendo puntuali riferimenti ai prodotti offerti dalla ricorrente e dall’altra concorrente rimasta in gara da cui possano chiaramente evincersi le percentuali di alimenti e bevande contenenti le categorie rilevanti a norma di capitolato e le sostanze vietate perché energizzanti».

E siamo a febbraio del 2025. Si aprono di nuovo le buste e anche stavolta Coiba srl è davanti a tutti 47,2% contro il 22,6% di IVS. Ma non finisce qui perché IVS ricorre di nuovo al Tar e, anche stavolta, ottiene soddisfazione. Stavolta perché la clausola salutista presente nel capitolato di appalto non è sufficientemente specificata. Un fattore che unito ad un’altra serie di elementi ha spinto il Tar ad obbligare il Santa Maria della Misericordia ad una terza apertura di buste per la «riedizione delle operazioni». In questo contesto sarà decisiva l’offerta economica, in sostanza vincerà l’appalto chi offre di più.

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