Ospedale Terni-Porta Sole accordo per prestazioni non Covid

L’obiettivo è garantirle il più possibile in questa fase emergenziale: via libera alla liaison con la clinica privata. È polemica: «Giunta Tesei paralizza sanità Umbria sud»

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di S.F.

Un accordo contrattuale con la struttura ‘Porta Sole’ di Perugia – fa capo alle associazioni Aiop e Aris – per effettuare prestazioni chirurgiche non procrastinabili in regime di ricovero a pazienti non Covid. A dare il via libera nella giornata di giovedì è stata l’azienda ‘Santa Maria’ di Terni: un passaggio che avviene a sette mesi dalla delibera della giunta Tesei per il coinvolgimento degli ospedali privati nella rete ospedaliera regionale.

L’ACCORDO AOSP TERNI-PORTA SOLE PER PRESTAZIONI NON COVID – DOCUMENTO

La clinica di via del Giochetto

Il contesto: la tipologia di interventi 

Il ‘Santa Maria’ aveva recepito l’accordo quadro la scorsa settimana, valutando nel contempo l’eventuale necessità di carattere assistenziale per la ripresa delle attività chirurgiche giudicate procrastinabili: in questa fase emergenziale, come noto, sono stati garantiti solo gli interventi urgenti. Ed ecco dunque che scatta il semaforo verde per quelli «non attualmente gestibili in ambito aziendale». La direzione sanitaria ha provveduto negli ultimi giorni – si legge nell’istruttoria – «ad una prima valutazione delle liste di attesa per i pazienti oncologici, delle liste di attesa per le prestazioni di classe A non oncologiche e delle liste di attesa per le prestazioni di classe B non ulteriormente procrastinabili; per la casistica rappresentativa delle liste di attesa risultano presenti maggiormente le discipline di chirurgia generale, urologia, neurochirurgia, ortopedia e ginecologia». L’obiettivo è garantire il più possibile le prestazioni – in primis guardando alle strutture pubbliche, poi giocoforza con le private – non Covid.

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Cosa prevede l’accordo

A firmare l’atto sono il commissario straordinario del ‘Santa Maria’ Pasquale Chiarelli e l’amministratore delegato dell’istituto clinico ‘Porta Sole’ Alberto Cucchia. L’oggetto sono le prestazioni di ricovero per persone non positive al Covid che necessitano di chirurgia non procrastinabile in ambito chirurgico: «Verranno prioritariamente assicurati gli interventi di natura oncologica o non oncologica ed in classe A o classe B». La casa di cura metterà disposizione le sale operatorie ed è tenuta «ad erogare tutte le prestazioni necessarie per la diagnosi, cura ed il mantenimento del ricoverato, in tutte le sue accezioni, ivi compresi gli accertamenti diagnostici ed eventuali prestazioni di alta tecnologia che si rendessero necessarie per il trattamento del paziente»,  mentre il personale medico sarà dell’azienda ospedaliera.

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Fabio Paparelli

La polemica

Così il consigliere regionale del Pd, e portavoce dell’opposizione a palazzo Cesaroni, Fabio Paparelli: «Apprendiamo con stupore che i cittadini dell’Umbria del del sud per avere diritto ad una prestazione sanitaria ordinaria, per cui pagano le tasse, dovrebbero recarsi nella clinica privata, ma allestita di fatto con fondi pubblici, di Porta Sole a Perugia. È sul tavolo della presidente Tesei la nostra proposta di allestire l’ex Milizia proprio per sgravare l’ospedale di Terni, ormai Covid hospital, del pesante lavoro e liberare così alcuni reparti e porzioni di ospedale da utilizzare alla ripresa delle prestazioni. Leggere che in questa parte dell’Umbria per le prestazioni chirurgiche ordinarie si dovrebbe a 100 chilometri di distanza in una struttura privata, mentre gli ospedali di Narni ad Amelia sono chiusi, ci pare un paradosso a cui, in un’ottica costruttiva la giunta dovrebbe porre rimedio immediato».

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Simonetti, Gentiletti e Pasculli

«Giunta Tesei paralizza la sanità dell’Umbria del sud»

Anche i consiglieri comunali di M5S e Senso Civico – consiglio comunale di Terni – attaccano: «Ecco l’impatto devastante che la giunta Tesei sta avendo sulla sanità pubblica dell’Umbria meridionale. L’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni alza bandiera bianca ed è costretta a spalancare le porte alla sanità privata; intanto Bertolaso per dare un senso al suo ospedale flop pensa di portare medici, strumentazioni e malati umbri nelle Marche. E gli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia continuano a dire che nell’Umbria meridionale va tutto bene e che gli ospedali di Narni ed Amelia sono aperti al 100%. È toccato al commissario straordinario dell’azienda ospedaliera ternana Pasquale Chiarelli comunicare che le liste di attesa per gli interventi chirurgici di natura oncologica o non oncologica ed in classe A o classe B verranno svolti presso l’istituto clinico ‘Porta Sole’ Alberto Cucchia di Perugia; pochi giorni fa – proseguono – una scelta analoga era stata presa dal commissario dell’ospedale di Perugia, ma a differenza di quanto avvenuto a Terni presso le cliniche private verranno svolti solo gli interventi classificati come non urgenti. A testimonianza del fatto che la giunta Tesei ha letteralmente paralizzato la sanità nel sud della regione mettendo sul piatto solo una tenda vuota davanti all’ospedale di Terni. Ci chiediamo ancora con quale faccia gli esponenti della destra continuino a diffondere notizie false per gettare fumo negli occhi dei pochi che ancora gli credono, piuttosto che lavorare per il bene del territorio. Quella che abbiamo ricevuto oggi è una notizia sconvolgente. Ed è assurdo che in un momento come questo, il consiglio comunale della nostra città si occupi di tutto meno che delle questioni che riguardano gli interessi dei ternani durante l’emergenza Covid-19. Capiamo l’imbarazzo – concludono i consiglieri – di taluni visto che se siamo arrivati a questo punto è per responsabilità politiche evidenti. Ma giorno dopo giorno è sempre più chiaro come sia necessario che questa città e questa regione abbiano finalmente una guida lucida, che non faccia danni permanenti al tessuto sanitario regionale».

Daniele Nicchi

La replica di Nicchi (Lega)

«L’ospedale di Terni non ha spalancato le porte ai privati come sostengono alcuni esponenti dell’opposizione». Lo afferma il consigliere regionale Daniele Nicchi (Lega) spiegando che «è stato fatto un accordo con alcune cliniche di Perugia, per snellire e rallentare la pressione sull’ospedale di Terni. L’accordo riguarda pazienti oncologici ternani verso le cliniche perugine insieme ai loro medici. In un momento in cui la curva del contagio sta mostrando i primi segnali di appiattimento l’emergenza resta alta, così come la pressione sugli ospedali». Nicchi rileva inoltre che «ogni nostra scelta politica ha avuto come intento la garanzia che ogni cittadino non fosse lasciato solo. Per allentare la tensione sugli ospedali stiamo predisponendo strutture alternative e strategiche come gli ospedali da campo e la collaborazione con alcune strutture private, che nasce anche dall’esigenza, che noi consideriamo primaria, di evitare ritardi e code nelle liste d’attesa. Contestare gli accordi presi dall’Umbria, come peraltro accade in altre regioni, è prettamente strumentale. In questa piena emergenza sanitaria – conclude Daniele Nicchi – stiamo lavorando ogni giorno a testa bassa evitando di rispondere e dare rilievo, quando possibile, ad attacchi che non si fondano sul confronto e sul perseguimento dell’obiettivo che dovrebbe essere comune, ovvero la gestione e il superamento dell’emergenza sanitaria».

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