Piano di salvaguardia: posti letto, ospedali da campo e Covid hotel, i dettagli

Il via libera nella giornata di lunedì: «Ci attendiamo il picco dei ricoveri ai primi di dicembre». Per la struttura della Regione se ne parla dopo metà dicembre

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La giunta regionale dell’Umbria, nel primo pomeriggio di lunedì, ha approvato il piano di salvaguardia per l’emergenza Covid-19. Subito dopo si è svolta la presentazione – telematica – dei dettagli in conferenza stampa.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

I numeri aggiornati: oltre 550 posti letto Covid

Così la presidente della Regione, Donatella Tesei: «I pochi tamponi effettuati nel fine settimana non sono particolarmente indicativi. In terapia intensiva abbiamo 72 persone, i ricoverati sono 447. Le guarigioni sono il 70% dei contagi attuali, c’è un incremento notevole. L’indice di letalità è dell’1,37%, nell’ultima settimana i tamponi medi sono stati circa 4.500. Le terapie intensive attivate sono 127, semi-intensive 62 e i posti letti Covid sono 552 su 576».

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Il piano di salvaguardia in sintesi

Il piano di salvaguardia. L’ospedale delle Marche

«L’obiettivo – ha proseguito la Tesei – è di realizzare altri 150 posti letti Covid, di cui 25 in sub intensiva e 40 terapie intensive. Più l’altra possibilità di poter utilizzare 14 posti di terapia intensiva presso il nuovo ospedale Covid di Civitanova Marche e 58 posti letto Covid Rsa. Ci aspettiamo il picco dei ricoveri ai primi di dicembre». Quindi è intervenuto l’assessore regionale alla salute, Luca Coletto: «Stiamo andando oltre il piano approvato dal governo. La potenzialità viene ulteriormente ampliata, direi che la disponibilità odierna dei 127 posti letto sia un risultato da sottolineare e ora vogliamo avere un minimo di ‘riserva’. Non vogliamo interrompere i servizi per l’oncologia, c’è la volontà di mantenere questa necessità: ora appare solo il Covid, ma i pazienti che soffrono di tumori ed infarti continuano ad esserci».

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Il fabbisogno di personale

L’impatto sulla popolazione

Poi il direttore regionale alla sanità Claudio Dario: «La nostra regione ha sofferto più di altre l’impennata dell’epidemia, determinata da vari fattori. Il principale è che la popolazione umbra, nell’indagine epidemiologica del ministero relativa alla prima fase dell’emergenza, aveva evidenziato un contatto con il virus dello 0,9%. Una popolazione, ora, evidentemente molto sensibile e che ha subito più facilmente lo sviluppo del contagio. Questa è la terza settimana dagli interventi di ‘raffreddamento’ del contagio e sarà la settimana decisiva per farci capire l’effettivo dispiegamento nei numeri di questa fase».

Il programma per le strutture esterne

Le strutture esterne: un modulo a Civitanova Marche

«Abbiamo individuato – ha proseguito Dario – delle strutture esterne all’Umbria per contenere il più possibile l’erosione delle altre attività per i pazienti non Covid, vogliamo mantenerle il più possibile attive. L’ospedale da campo di Perugia è già attivo (37 posti letto), la tenda della Croce rossa italiana (20 posti letto) è posizionata a Terni ma non è completamente attiva, la riattivazione dell’ex Porta Sole a Perugia per 58 sub-acuti (3o giorni dall’atto di sottoscrizione), il nostro ospedale da campo prevede 26 posti letto e 12 di terapia intensiva: in questo caso, da contratto, dovrebbe essere disponibile intorno al 17-20 dicembre. Poi c’è il Covid hospital di Civitanova Marche che abbiamo visitato sabato: è molto bello ed efficace, costituito a moduli, ed è stata data la disponibilità per un modulo da 14 posti di terapia intensiva».

Ospedale da campo Regione: se ne parla dopo metà dicembre

In riferimento alla struttura marchigiana, Dario ha aggiunto che «ci si è posti l’obiettivo di completare l’accordo in quindici giorni. C’è l’ipotesi di ristrutturazione del terzo piano dell’ospedale di Terni con possibilità di costituire 14 posti letto di terapia intensiva grazie al supporto della Fondazione Carit, così come vale per la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia nel caso dell’ex Porta Sole». Capitolo fabbisogno del personale: «Per gli operatori tecnici abbiamo una graduatoria attiva molto fornita, per gli infermieri è stato completato l’iter dall’ospedale di Terni per posti a tempo determinato: ci è stata consegnato una graduatoria di 380 persone che stanno scorrendo rapidamente per prendere servizio entro 4 giorni. Per le necessità di dotazioni – apparecchiature – c’è stata una specifica richiesta della presidente Tesei al commissario Domenico Arcuri sia per la terapia intensiva che semintensiva». Per l’ospedale da campo della Regione – è stato evidenziato – l’ordine per la fornitura è partito oggi: 30 giorni di tempo a disposizione di Althea per la consegna. Scadenza fissata al 17 dicembre.

L’ospedale da campo a Terni

Covid hotel e ospedale da campo Terni: «Non si attende il 25 novembre»

«I Covid hotel i sono rilevati – ha puntualizzato Dario – uno strumento molto utile ed efficace nelle aree metropolitane, meno dove c’è una concentrazione non così importante. Nel nostro caso siamo in una situazione intermedia: abbiamo attivato Villa Muzi (Città di Castello) da marzo con 20 posti letto e di recente l’hotel Melody (Deruta) con 54 posti». Poi ha parlato il consulente Guido Bertolaso: «Sto seguendo l’attività del Covid hospital di Civitanova ed è prevista la collaborazione con la Regione Umbria. Al di là delle chiacchiere ci sono dei risultati concreti, vale a dire due strutture nuove come l’ospedale da campo dell’esercito e quello della Croce Rossa a Terni, che sarà attrezzato nei prossimi giorni, anche prima del 25 novembre. Con queste realtà saremo in grado di gestire l’impatto previsto per l’inizio-metà del mese di dicembre. Temo che non ne usciremo presto da questa situazione: l’ospedale da campo della Regione arriverà entro la fine di dicembre e potremo fronteggiare l’epidemia da un punto di vista sanitario. Sotto l’aspetto sociale vanno migliorate una serie di attività, come i tracciamenti. Sui tamponi in Umbria non ci sono difficoltà. Serve riaprire le scuole il prima possibile, non è un’esigenza che si potrà – ha concluso – fare domani ma spero a breve». Al momento all’hotel Melody – ha confermato Dario – ci sono 16 persone, 5 a Villa Muzi.

L’ospedale da campo a Perugia

«Altre dieci strutture idonee per i Covid hotel». Riconversione Pantalla

A seguire il dirigente alla Protezione civile, Stefano Nodessi Proietti: «Sui Covid hotel abbiamo avuto buona risposta da Federalberghi e Confindustria, ci hanno segnalato 28 strutture e per ora ne abbiamo attivate due. Ne abbiamo già visionate altre dieci, ritenute idonee. C’è una bozza di contratto standard che prevede un minimo di 20 camere ad un prezzo di 20 euro: la gestione è affidata alle Usl, non è possibile chiedere all’albergatore di fare il servizio. Di volta in volta le attiviamo. C’è la riattivazione di Porta Sole per i 58 posti. Sopralluoghi già effettuati, l’impiantistica è in buone condizioni: va installato un serbatoio per l’impianto dell’ossigeno perché ne esisteva uno per i malati ordinari e per le terapie intensive ne occorre una quantità molto elevata». A seguire l’intervento dell’assessore Enrico Melasecche: «I risultati si stanno vedendo e sono moderatamente ottimista. Tra poco ci saranno i nuovi posti per acuti, intensivi e subintensivi: questa dannatissima curva inizia a flettere. Ce la faremo». Per quel che concerne Pantalla – 40 posti letto in più – è stato specificato che non è prevista l’attivazione di terapie intensive, ma c’è la riconversione: «Per una parte dell’attività chirurgica c’è la disponibilità per poter operare in altre strutture, la Usl 1 sta vedendo come gestire. Una serie di servizi ambulatoriali vengono mantenuti, stiamo parlando delle degenze mediche». Poi il riepilogo: «Il numero dei posti letti pogrammati è di 157 per acuti più 58 di subacuti, a questi si aggiungono quelli per le intensive: 44 nostri più i 14 delle Marche. L’ipotesi di convenzione con loro – in riferimento a Civitanova – è estrema di tutela di salvaguardia se dovessimo trovarci in una situazione dove non potremmo dare risposte a tutti».

Donatella Tesei

Le scuole

La Tesei si è poi soffermata sull’ambito scolastico: «La didattica a distanza per le scuole medie superiore e inferiori è stata presa vedendo i risultati di un’indagine del nostro Comitato tecnico scientifico. I positivi riscontrati nelle varie classi hanno portato molte quarantene e ciò ha comportato che questa situazione riguardasse anche il corpo docente: molti sindaci hanno chiuso molto di più rispetto all’ordinanza. In base ai risultati di questa settimana valuterò se poter riattivare la presenza per alcune classi».

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