Parco ‘sensoriale’: «Terni sta sbagliando»

Umbria Unmil e ‘Un volo per Anna’ contestano il progetto di inclusione dei disabili

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di Francesca Torricelli

Si chiamerà parco ‘sensoriale’ e permetterà, quindi, di stimolare i cinque sensi. Ma sembra non essere proprio così. Gianfranco Colasanti, presidente Umbria Umnil e l’architetto Marco Turilli, presidente dell’associazione ‘Un volo per Anna’, mercoledì mattina, sono stati convocati a palazzo Spada dalla prima commissione consiliare permanente, presieduta da Faliero Chiappini, per discutere, appunto, della cosa.

La planimetria del parco 'sensoriale'

La planimetria del parco ‘sensoriale’

Il percorso Il progetto del parco tematico ‘sensoriale’, o parco degli aromi, si colloca all’interno di un quadro progettuale più vasto che riguarda l’area di collegamento ciclo-pedonale, che va dal quartiere di San Valentino al quartiere di Campomicciolo. Lungo il percorso ciclo-pedonale, all’interno del parco ‘sensoriale’, sono state individuate cinque aree di sosta tematiche, dedicate rispettivamente ai cinque sensi, dove sperimentare specifiche esperienze sensoriali. Ci saranno, quindi, l’area del gusto, dell’esperienza tattile, della vista, dell’udito e degli odori.

 

L’audizione «Siamo sempre catalogati come rompiscatole e ci viene sempre chiesto di stare calmi e buoni – ha esordito Colasanti – ma noi non lo meritiamo. Ci siamo sempre adoperati per dare alla città dei progetti e abbiamo sempre trovato i soldi per realizzarli. Da questa audizione non vogliamo uscire né vinti, né vincitori. Dovrà vincere solo la giustizia. Insieme dobbiamo trovare un percorso che ci premetta di eliminare le barriere architettoniche presenti nel parco».

Una vista del parco

Una vista del parco

Le problematiche Al parco ‘sensoriale’ si stanno ormai concludendo i lavori «e si possono ben notare, anche con occhi poco esperti – è intervenuto l’architetto Turilli – che ci sono seri problemi. Il parco dovrebbe essere aperto a tutti, ma con un fondo stradale composto da ghiaia, come si può pensare di farci muovere liberamente bambini non deambulanti? Un paio di giornate di pioggia e un bambino in carrozzina rimarrebbe bloccato nel fango». Inoltre, «il parco non ha riferimenti per quanto riguarda gli spazi confinanti. Un bambino non vedente rischierebbe di disorientarsi e non capirebbe dove inizia e dove finisce l’area del parco». Ed infine, ha incalzato l’architetto, «non tutti i giochi o le attrezzature didattiche sono a portata di bambini disabili e si rischia, così, di creare una sorta di discriminazione».

Le soluzioni «Partendo dal presupposto che a tutte queste cose bisognava pensarci prima e, per evitare di rimetterci le mani, avreste potuto interpellarci per scegliere insieme la più corretta linea da seguire, evitando così di spendere dei soldi inutilmente, noi abbiamo pensato a delle soluzioni», ha aggiunto Turilli. «Per quanto riguarda il fondo stradale, si potrebbe fare un tentativo ulteriore di stabilità tramite additivi che permetteranno di dare compattezza nel tempo. Delle mappe tattili, potrebbero essere la soluzione per delimitare i confini del parco ai bambini non vedenti. Ed, infine, per quanto riguarda i giochi e le attrezzature didattiche, non crediamo sia necessario togliere quelle già istallate, ma semplicemente incrementarle con altre alla portata di tutti».

I giochi contestati

I giochi contestati

Il Comune L’architetto Piero Giorgini, tecnico del Comune di Terni, ha risposto che «i lavori del parco non sono ancora stati collaudati» e che se ci saranno delle cose da sistemare «la ditta incaricata dei lavori, dovrà intervenire». Si sta studiando «una soluzione migliore per quanto riguarda la pavimentazione, mentre per quanto riguarda le mappe tattili, da sole, non potrebbero funzionare». Se si vuole rendere il parco fruibile anche ai non vedenti «bisogna pensare ad un ulteriore sistema che li guidi all’interno del parco. Anche se non si può ‘mappare’ ogni cosa». Infine, per quanto riguarda i giochi, «quelli già istallati, sono certificati dalle ditte produttrici come ‘inclusivi’, cioè utilizzabili anche da bambini disabili. È vero che ogni gioco ha la sua percentuale di inclusività e che non tutti potranno essere accessibili, ma lavoreremo proprio su questo, cercando di incrementare il più possibile».

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