Paura tra Umbertide e Pierantonio. Il terremoto raccontato dai cittadini

Tra le attività danneggiate e le abitazioni evacuate sono stati diversi i danni. In molti hanno passato la notte in strada

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di Gabriele Ripandelli

Sono quasi centocinquanta i cittadini di Umbertide e Pierantonio che hanno chiesto al Comune di valutare i danni che le scosse di terremoto di giovedì 9 marzo hanno causato alle loro proprietà. Buona parte di questi probabilmente verranno accolti nei centri allestititi dalla Protezione civile, che vedranno quindi aumentare i numeri in maniera importante. Il giornalista Walter Rondoni de Il Messaggero ha incontrato alcuni di loro per farsi raccontare gli attimi di paura e una notte vissuta con l’ansia.

Il racconto

«Ho provato una grande paura» racconta Roberto Orsini. Ad aver fatto i danni più importanti nella sua abitazione a Pierantonio è stata la scossa serale: «Nel pomeriggio si è sentita arrivare l’aria calda, si sono sentite diverse urla mentre ci siamo spostati all’esterno con l’aria che si è fatta più fredda. Dai telefonini avevamo appreso che quella sarebbe stata la scossa più importante ma alle 20 si è sentita una botta terrificante che ci ha messo molta paura. Hanno fatto evacuare le abitazioni e abbiamo dovuto passare la notte in macchina come quasi tutti. Ho portato mia moglie a Castello dalla sorella perché ha fatto un intervento importante». Giancarlo Bargelli di Umbertide ringrazia chi è intervenuto: «La gente del Comune mi ha aiutato a portare fuori una signora con handicap, i vigili si sono presentati subito e hanno fatto un ottimo lavoro, le ambulanze sono state inondate di chiamate». La notte non è passata con facilità: «Dormi sperando che non arrivi un’altra botta. Bisogna riprendersi psicologicamente perché c’è il terrore dopo quella di ieri sera che a casa nostra ha rotto televisione, piatti e vetri e sulle scale ha lasciato vari danni. Altre abitazioni sono state evacuate, la stazione di Montecorona è caduta. Le strutture in parte sembrano salvate». Il giorno dopo è quello della valutazione dei danni come racconta Susanna Polidori che a Pierantonio ha un agriturismo: «Ci sono suppellettili rotti e bottiglie spaccate. Sto aspettando che vengano analizzati ma la situazione non è buona». Danni anche per l’economia: «Caleranno le prenotazioni e forse a Pasqua rimarremo senza. Ricordo nel 2016 quando in cinque minuti si è svuotata la struttura». All’appello si unisce Katia Rometti del bar Katia: «Ho un’attività da 29 anni che abbiamo ristrutturato da poco e abbiamo ancora quindi molto da pagare. Il bar è chiuso con crepe molto importanti. Il dramma però è per tutto il paese, soprattutto il centro. Tutti ieri sera sono scesi in strada».


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