Pd Terni: le elezioni provinciali diventano un ‘caso’ politico

Il nome blindato dai vertici è quello di Lattanzi. Ma nel partito c’è chi invoca il confronto aperto e spazio per i giovani sindaci

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di F.T.

Parlare di partito in subbuglio forse è esagerato. Ma certo, c’è chi vorrebbe che la decisione, anziché restare nelle ‘segrete stanze’, sia conseguenza e frutto di un confronto a viso aperto. Che, in quanto tale, potrebbe pure riservare qualche sorpresa rispetto alla linea dettata dall’ortodossia decisionale del Pd, che vede il nome dell’attuale presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi, in pole position per la ricandidatura allo scranno di palazzo Bazzani. Ovviamente nell’ambito del centrosinistra.

Giampiero Lattanzi

Quello stesso centrosinistra che dopo il messaggio poco felice di Lattanzi – postato via Facebook nei giorni scorsi e dal contenuto, riconosciuto dallo stesso estensore, di stampo sessista – non ha nascosto più di un dubbio in ordine alla ricandidatura dello stesso. Per informazioni, chiedere al M5s o all’ala sinistra della ‘coalizione’.

Nel Pd ternano, o almeno nella sua parte che vorrebbe portare alla luce del sole il confronto, questo tipo di perplessità sembra invecere cedere al passo ad altre di carattere più politico. Sul nome di Giampiero Lattanzi ci sarebbe un’intesa complessiva, un punto di caduta che l’establishment locale del partito – ma anche il livello regionale – non avrebbe molta voglia (tutt’altro) di mettere in discussione. Da qui i sospiri e i silenzi quando si prova a toccare l’argomento. Allo stesso modo c’è chi non vede l’ora di poterne parlare, perché nei giovani amministratori locali – il nome ipotizzato con una certa determinazione negli ultimi giorni è quello del sindaco di Arrone Fabio Di Gioia, ma c’è chi ha pensato anche al primo cittadino di Baschi, Damiano Bernardini, o al collega di Montecchio, Federico Gori – vede figure più ‘fresche’, meno attaccabili (politicamente) e comunque pronte e preparate per provare a sfidare la candidatura del centrodestra. Che potrebbe essere quella del sindaco di Amelia, Laura Pernazza.

Fabio Di Gioia

In questo senso la questione sembra molto interna al Pd. I possibili alleati, che non sprizzano entusiasmo per un coinvolgimento nella decisione ritenuto sin qui poco più che formale, non scalpitano neppure per prestarsi a risolvere i dilemmi e le diatribe altrui. Dall’altro lato l’assenza di un confronto più ampio ed esteso nel partito, non ha fatto altro che alimentare i mal di pancia e le perplessità di cui sopra. Per alcuni, dare spazio e chances ad una figura come quella di Fabio Di Gioia, equivarrebbe a mandare un segnale forte anche rispetto alla volontà del partito di rinnovare i ‘frontman’, piuttosto che lasciarli nelle ‘retrovie’ fino a data da destinarsi.

Chi invece non intende discutere sul punto, insiste sul fatto che Lattanzi – non diversamente dal sindaco di Avigliano Umbro, Luciano Conti, alternativa ipotizzata in caso di cataclismi – potrebbe carpire consensi anche oltre il confine del centrosinistra (ad oggi decisamente liquido) e che, di contro, il ‘giovane’ di turno forse non raccoglierebbe neppure i voti che si ritengono sicuri. Stime e analisi che i sostenitori del confronto aperto rigettano seccamente, guardando oltre: probabilmente a quella prospettiva di medio/lungo termine che per anni è stata trascurata dando spazio al contingente ed alla gestione delle infinite beghe.

Pierluigi Spinelli e Fabrizio Bellini


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