Perugia, il 19° ‘Etrusco d’oro’ al maestro Patrizio Scarponi

L’associazione Pro-Ponte premia «un figlio illustre della terra Etrusca»

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di Simona Panzolini

Nell’ambito degli eventi di Velimna, la manifestazione organizzata dall’associazione Pro-Ponte che si svolge a settembre nel quartiere perugino di Ponte San Giovanni, la consegna dell’Etrusco d’oro rappresenta uno degli appuntamenti più importanti e suggestivi. Quest’anno il riconoscimento è stato assegnato al musicista e maestro Patrizio Scarponi, nato e cresciuto a Ponte San Giovanni e che, insieme al compianto fratello Ciro, ha portato il nome di Perugia oltre i confini internazionali, affermandosi in tutto il mondo come uno dei più grandi violinisti contemporanei. Tra le sue eccellenze, una su tutte, le prestigiose collaborazioni con il maestro Ennio Morricone.

Bio

Scarponi ha compiuto gli studi musicali presso il conservatorio ‘Morlacchi’ di Perugia, diplomandosi brillantemente. Dopo aver fatto parte come primo violino di orchestre sinfoniche, ha partecipato in qualità di solista con varie formazioni cameristiche prendendo parte a numerosi festival nazionali e internazionali. Ha inciso per le più importanti case discografiche e attualmente è primo violino di Roma Sinfonietta, è spalla dell’orchestra sinfonica di Perugia, collabora stabilmente con l’orchestra sinfonica creata e diretta dal maestro Ennio Morricone e fa parte stabilmente dell’orchestra da camera ‘I Filarmonici di Roma’, fondata e diretta dal maestro Uto Ughi. È docente di violino presso il conservatorio di Perugia. Abbiamo intervistato il Maestro Scarponi appena ritirato l’Etrusco d’Oro.

Maestro, cosa rappresenta questo premio per lei?

«Sono molto onorato. È un premio molto ambito che mi riconosce la cittadinanza e di cui sono profondamente grato. È una soddisfazione riceverlo dalla mia città, dopo quasi cinquant’anni di carriera».

La sua attività concertistica lo ha portato a suonare in tutto il mondo, ma ha sempre scelto di continuare a vivere nella sua terra. Qual è il suo legame con l’Umbria?

«È un legame profondo, ho avuto varie offerte di lavoro all’estero in Italia ma non me la sono mai sentito di lasciare l’Umbria, una regione piena di bellezza. Ho sempre preferito viaggiare ma con la consapevolezza che sarei tornato a casa, dalla mia famiglia e dai miei tre figli. La nostra è una terra di grande ispirazione, vocata alla profondità dell’arte, che non ho mai voluto abbandonare. E poi ci sono i miei allievi, in quarant’anni di insegnamento al conservatorio ‘Morlacchi’ di Perugia ho visto crescere tanti giovani talenti e per me è sempre stato un motivo di orgoglio».

Nella sua carriera vanta anche prestigiose collaborazioni con il premio Oscar Ennio Morricone.

«Ho conosciuto il maestro che avevo appena 35 anni e con lui ho inciso, insieme all’orchestra, una quarantina di colonne sonore dei film tra cui prime esecuzioni, dalla Piova a Mille Echi fino ai film di Tornatore, Almodovar… L’ultimo è stato Baaria di Tornatore. Con il maestro ho viaggiato il mondo: 350 concerti in tutto il globo in vent’anni di tournèe con l’orchestra ‘Roma Sinfonietta’, da lui fondata».

Un ricordo del maestro Morricone, scomparso un anno fa, a lei più caro?

«Sono tanti i ricordi che mi legano al maestro. Abbiamo viaggiato tanto e stretto una collaborazione trentennale che mi ha lasciato un grande insegnamento, sia professionale che umano. Era un uomo severo, nonostante uno spessore e una sensibilità fuori dal comune. Un grande artista e compositore che ha lasciato alla storia pagine di musica memorabili».

A chi dedica l’Etrusco d’oro?

«Alla mia famiglia, a miei figli, a mio genero e mia moglie. Ma in particolare lo dedicato a mio fratello Ciro, celebre clarinettista scomparso ad appena 50 anni con cui ho condiviso, per tutta la vita, l’amore per la musica. Questo premio è anche per lui».

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