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Home » Perugia, il ‘Milione’ della discordia

Perugia, il ‘Milione’ della discordia

di Lucina Paternesi
27 Novembre 2015
in Attualità, Cultura, Dal territorio, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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E’ tempo di bilanci a Palazzo dei Priori. Mentre venerdì pomeriggio si riunisce il consiglio per l’approvazione dell’assestamento di bilancio, in mattinata Diego Mencaroni e Nilo Arcudi, presidenti dei gruppi Pd e Psi, hanno presentato una richiesta di attivazione della commissione controllo e garanzia per fare chiarezza sull’impiego del milione di euro destinato a Perugia dal Ministero della cultura.

Perugia capitale della cultura Negli anni scorsi la città ha avviato un percorso di candidatura a capitale europea della cultura. Le attività, ricordano i due presidenti, sono state finanziate in parte con fondi regionali, circa 600 mila euro, e in parte, circa 300 mila, con fondi europei. Nell’aprile 2012 si è inoltre costituita la Fondazione PerugiAssisi 2019 al fine di candidare Perugia, con i luoghi di san Francesco d’Assisi, a Capitale Europea della Cultura con la sottoscrizione dello statuto precedentemente approvato da parte dei consigli comunali di Perugia ed Assisi e da parte della Giunta regionale dell’Umbria. «Ai tre soci fondatori – si legge nella nota diffusa – si sono aggiunti nel tempo i comuni di buona parte dell’Umbria, le università perugine, le scuole di alta formazione della nostra regione, le associazioni sportive e culturali di rilievo regionale e interregionale, le fondazioni teatrali, le fondazioni con valenza sociale e cultuale, la provincia di Perugia, le camere di commercio, le cooperative sociali e di consumo, le associazioni sindacali e datoriali, gli archivi di stato delle due province umbre e i centri studi con sede in Umbria dando alla Fondazione un taglio partecipato e marcatamente regionale».

Matera 2019 «La natura stessa della candidatura – proseguono Mencaroni e Arcudi – era il cambiamento della situazione esistente con proposte innovative e che proponevano l’innovazione come collante di tutti gli ambiti d’interesse. La qualità del dossier di candidatura ha permesso alla città di Perugia di essere inserita tra le città finaliste per l’assegnazione dell’ambito titolo europeo». La storia è poi nota a tutti, Perugia non ce l’ha fatta e la capitale europea della cultura nel 2019 sarà Matera. Il Mibact ha però riconosciuto un alto valore ai progetti presentati da tutte le città finaliste per lo sviluppo culturale e sociale cittadino, stanziando un milione di euro per ognuna delle città affinché questi progetti venissero portati avanti.

Il Milione Ma è proprio su questa cifra che sono nate le prime tensioni. Così, non da ultima, l’opposizione ha deciso di chiedere maggiore trasparenza. «Per la scelta delle iniziative e dei progetti finanziati dall’attuale Giunta – si legge infatti nella nota – non vi è stato alcun percorso di partecipazione, trasparenza e condivisione, ma è stata attuata una selezione basata unicamente su una scelta discrezionale, non pubblicizzata, senza coinvolgere né la cittadinanza né la città». Un dossier azzerato e riscritto senza alcun contatto con i soggetti che hanno contribuito a realizzarlo e grazie ai quali il finanziamento ministeriale viene concesso, lamentano Pd e Psi, «di cui è stato annullato sia l’impianto che la struttura» lamentano, senza proseguire quel percorso di partecipazione trasparente che aveva caratterizzato la prima fase. Il riferimento, neanche troppo velato, è forse proprio a quella rievocazione storica tanto voluta dall’assessore alla cultura Teresa Severini e presentata, in fase embrionale, domenica scorsa in una sala dei Notari stracolma per l’occasione.

Trasparenza «L’impiego del contributo erogato dal Ministero non dovrebbe essere deciso senza neppure partecipare le scelte ed i criteri tra gli aderenti alla Fondazione e gli estensori del dossier vincitore e delle progettualità correlate» è l’accusa rivolta alla giunta Romizi. Ricordando anche che nella determina comunale il finanziamento di un milione di euro è legato ai progetti presentati nel dossier di candidatura di Perugia a capitale europea della cultura, il Pd, già in un ordine del giorno, aveva chiesto che tutte le decisioni fossero condivise con cittadini, istituzioni e gli enti coinvolti in precedenza predisponendo anche un bando pubblico o un concorso di idee. Invece «Il Comune di Perugia ha impiegato il contributo ministeriale attraverso una serie di affidamenti diretti senza alcun bando pubblico trasparente», proseguono Mencaroni e Arcudi.

Commissione Per questo Pd e Psi hanno richiesto l’attivazione della V commissione permanente di controllo e garanzia. Compito della stessa sarà quindi verificare la regolarità delle destinazione di questo contributo al fine di «garantirne un impiego trasparente e tracciabile, in linea con i dettami ministeriali, con il dossier di candidatura e nel rispetto dei vari enti e soci che hanno contribuito al riconoscimento del titolo di Capitale italiana della Cultura».

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