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Home » Perugia, in comune si litiga sulla cultura

Perugia, in comune si litiga sulla cultura

di Lucina Paternesi
19 Dicembre 2016
in Attualità, Dal territorio, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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A palazzo dei Priori i conti non tornano. A distanza di mesi, infatti, lunedì mattina si è tornato a discutere dei finanziamenti che l’amministrazione ha concesso alla rievocazione storica Perugia 1416 e del milione di euro per la cultura destinato alla città per essere arrivata in finale come candidata a capitale europea della cultura.

Commissione controllo e garanzia Due vere e proprie spine nel fianco della giunta Romizi, su cui le opposizioni hanno attivato la commissione di controllo e garanzia per verificare, nel caso della rievocazione storica, la legittima destinazione d’uso delle somme impegnate dall’assessorato, ipotizzando il frazionamento oneroso da un lato e verificando, dall’altro, le modalità di pagamento del regista della rievocazione, Simone De Barna, e la provenienza delle risorse.

Fondi e nomine Un’associazione creata ad hoc, come ricordato dai consiglieri del Pd «senza alcun radicamento nel territorio né nell’ambito del tessuto associativo locale», per questo, ha sottolineato Bistocchi «è necessario verificare la legittimità di destinare cifre così significative a un’associazione privata, presieduta peraltro, dallo stesso assessore alla cultura e che vede un consigliere comunale in qualità di vicepresidente. Secondo l’opposizione, per far funzionare la macchina organizzativa della manifestazione, sarebbero stati utilizzati una parte dei fondi che Perugia ha ricevuto in quanto finalista come capitale europea della cultura, «quel milione di euro che invece avrebbe dovuto finanziare solo le iniziative già inserite nel dossier di candidatura della città».

In difesa della rievocazione «Se una giunta legittimamente eletta decide di organizzare un evento del tutto nuovo ha tutto il diritto di farlo». In questo modo la difesa della rievocazione è passata per il consigliere Franco Ivan Nucciarelli, tra i soci fondatori dell’associazione, che ha ricordato come lo scarso radicamento sia «naturale, visto che è una manifestazione al suo primo anno di vita. Molte associazioni del territorio sono confluite all’interno di Perugia 1416, senza dimenticare che la rievocazione storica non ha schiacciato nessuna delle altre manifestazioni». Per il consigliere di maggioranza, tra i più ferventi sostenitori della rievocazione, l’appuntamento di giugno è servito all’unità del territorio comunale, riagganciando centro storico e periferia, permettendo a Perugia di vedersi riconosciuto il ruolo di città capoluogo, abbia dato una certa visibilità all’estero e sia servita a migliorare il decoro urbano, «promuovendo nei cittadini quell’amore per la città che ha fatto si che essi, in prima persona, si impegnassero per migliorarne l’aspetto, senza considerare poi il ritorno economico in termini turistici».

‘Nomine legali’ Rispetto al ruolo suo di vicepresidente e consigliere comunale, nonché dell’assessore, quale presidente dell’associazione Perugia 1416, Nucciarelli ha ribadito che non c’è nessuna incompatibilità e che le nomine sono state vagliate tanto dalla dirigenza comunale quanto dal notaio di fronte al quale l’atto è stato firmato. Nessuna iniziativa provinciale e che fa arretrare lo spirito internazionale che Perugia aveva intrapreso, Nucciarelli respinge le accuse formulate anche da Nilo Arcudi, sottolineando come la figura di Braccio sia tra le più prestigiose della storia della città.

Soldi Dei centomila euro impegnati dall’amministrazione per la prima edizione della rievocazione, la consigliera Angela Leonardi ha spiegato che, al momento, solo 80 mila sono stati  effettivamente dati. «Molte spese sono spese una tantum – ha spiegato – che non ci saranno più per i prossimi anni, come per esempio per i costumi che andranno a costituire il nucleo del Museo storico della città». Il frazionamento delle spese, poi, non sarebbe stata una tattica per raggirare la necessità di indire una gara pubblica «perché sarebbe stato impossibile ricondurre tante spese diverse a un’unica gara».

L’associazione C’è poi la questione di fondo di come, con una delibera di giunta, sia stata creata l’associazione a sostegno della manifestazione che, secondo la capogruppo M5S Rosetti, avrebbe invece richiesto una delibera consiliare. «Solo sviluppando il senso di appartenenza più ampio – ha affermato Rosetti – la manifestazione potrà sopravvivere indipendentemente dal governo della città. Per questo secondo anno , ha sottolineato come la rievocazione, per poter sopravvivere, debba radicarsi sempre si deve risvegliare un fermento culturale in città, allargando i contributi culturali che possono venire da più parti, anche al fine di dare una più forte radicamento nella cittadinanza». Mentre il comune di Assisi, da tempo, ha già bussato alle porte di palazzo dei Priori per chiedere il conto e capire come mai il capoluogo si sia appropriato dell’intera somma messa a disposizione dal Mibact, mentre la candidatura a capitale europea prevedeva la partecipazione anche della città del poverello, la commissione è stata aggiornata alla prossima seduta, quando a difendere la legittimità degli atti dell’assessorato ci sarà Teresa Severini.

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