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Home » Perugia: «Maggioranza non vuole il dialogo»

Perugia: «Maggioranza non vuole il dialogo»

di Francesca Torricelli
23 Ottobre 2015
in Attualità, Politica
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
La conferenza

La conferenza

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Le bordate, giovedì mattina a palazzo dei Priori di Perugia, in una conferenza stampa tenuta dai gruppi consiliari del Pd e del Psi, sono state belle forti. Sul caso.mense e non solo. I rappresentanti dell’opposizione hanno voluto ribadire la loro contrarietà «al continuo rinvio del consiglio grande, aperto alla partecipazione dei cittadini, e la carenza di confronto da parte della giunta sia verso un consiglio comunale democraticamente eletto che verso i perugini».

Mancanza di volontà Il capogruppo Pd, Diego Mencaroni, ha precisato che «la vicenda certifica l’ennesima mancanza della volontà della giunta di dialogare con i cittadini. Ciò è confermato da una serie di scelte unilaterali, compiute dall’esecutivo senza coinvolgere minimamente la gente. Ne è un esempio la gestione dei fondi per il titolo di ‘Capitale italiana della cultura’, ma soprattutto quando accaduto sulla questione mense. Su questa vicenda la maggioranza pone il veto alla richiesta dei cittadini di un confronto ‘aperto’ nonostante la tematica sia molto sentita dalla popolazione, in quanto, sul punto, l’amministrazione ha dimezzato i fondi e varato una riforma della refezione scadente e penalizzante per gli utenti». Tutto ciò, secondo Mencaroni, «in aperta contraddizione con le promosse fatte più volte dai consiglieri di maggioranza».

Governo civico? «Questa situazione è l’esempio che giunta e sindaco non vogliono mettere in pratica gli istituti previsti da statuto e regolamento, con l’effetto di depotenziare il ruolo del consiglio comunale, con gli ordini del giorno che rimangono lettera morta. Il governo della città doveva essere civico, ma così non è: si tratta, invece, di un’amministrazione non eletta dal popolo che non ha interesse alcuno a comprendere i bisogni della gente. Insomma quello del Comune di Perugia è un mostro giuridico, guidato da un sindaco assente che non si assume alcuna responsabilità, perché non vuole decidere. Di questo passo la città è destinata a sprofondare».

Qualcuno si nasconde Nilo Arcudi ha ricordato che il Comune, «indipendentemente da chi governi, è un’istituzione che tutti dovrebbero amare e rispettare. Nel merito, in conferenza dei capigruppo era stata condivisa da tutti la scelta di rinviare il consiglio grande da settembre a novembre, al fine di verificare gli effetti del nuovo servizio di refezione scolastica. C’era, in sostanza, un accordo tra capigruppo che, tuttavia, oggi la maggioranza non intende rispettare». Capisce che «sindaco ed assessore Wagué vogliano nascondersi, ma ciò non implica che i consiglieri comunali debbano rimangiarsi la parola data in spregio alle istituzioni». E crede che «i servizi all’infanzia siano un tema centrale per la città che dovrebbe essere affrontato in un consiglio grande nel confronto coi cittadini. Così, evidentemente, non è per la maggioranza».

Nessuna innovazione Il capogruppo Psi ha evidenziato che «sulle mense, rispetto all’inizio del nuovo servizio, fortemente contestato da opposizione e genitori, molte procedure sono state corrette in itinere; ciò significa che, come segnalato da Pd e Psi, la scelta originaria era sbagliata. La verità è che l’esecutivo sta portando avanti solamente le opere varate dalle precedenti amministrazioni senza apportare alcuna innovazione né cambiamento per l’evidente mancanza di una guida politica».

Servizi all’infanzia Tommaso Bori ha giudicato «assurdo che, nel corso della conferenza dei capigruppo di lunedì, rispetto a quanto espresso in precedenza, la maggioranza abbia votato contro l’individuazione della data per il consiglio grande. Ciò conferma che questa maggioranza, comprese le liste civiche divenute ormai ciniche, ha fatto della latitanza una strategia politica. La conseguenza di ciò è che a Perugia molte cose non vanno, specie per ciò che riguarda i servizi all’infanzia, per i quali sono stati disposti tagli del 25%». Proprio per queste ragioni «i genitori avrebbero voluto un confronto franco sull’intera partita, ma la maggioranza ha preferito rifiutare ogni dialogo evidentemente per un senso di imbarazzo generale».

Promesse Secondo Sarah Bistocchi «la maggioranza ha perso una grande occasione di dimostrare che è composta da persone serie ed affidabili. Al contrario, dopo aver fatto promesse specifiche, per tre volte in due mesi il centro sinistra ha disatteso la parola data, a conferma del fatto che si vuole rimandare all’infinito un confronto per timore di aprire un dialogo coi cittadini».

Rispetto per i ruoli Emanuela Mori ha segnalato che «il consiglio comunale non è un consiglio di amministrazione di un’azienda: siamo eletti dal popolo ed è per queste ragioni che il nostro ruolo non può e non deve essere svilito come accaduto in questa ed altre circostanze». Ciò accade perché «il presidente del consiglio comunale non svolge la funzione di garante ed è totalmente asservito ad un esecutivo che sfugge al confronto con cittadini e consiglieri». Secondo il consigliere Pd «ci vuole rispetto per il ruolo delle opposizioni che svolgono un compito istituzionale, tramite atti di democrazia, ossia odg e interrogazioni. A palazzo dei Priori sono entrati, sempre accompagnati dal suono delle campane, amministratori che hanno rappresentato democraticamente la città. Mi aspetto che anche chi governa ora faccia la stesso».

Estrema attenzione Erika Borghesi ha ricordato come nel recente passato «le amministrazioni di centro-sinistra, nonostante la crisi economica, abbiano curato con estrema attenzione i servizi all’infanzia e sociali in genere. Oggi l’attuale giunta non sta facendo lo stesso, pur avendo al suo interno un assessore che per molti anni ha collaborato professionalmente con le cooperative sociali». A Perugia attualmente «vi sono tante criticità in diverse aree della città, come emerso durante il consiglio grande tenutosi qualche mese fa a Ponte San Giovanni. Quell’esperienza, evidentemente, ha segnato la maggioranza che, pensando ad una possibile vetrina, si è trovata in difficoltà. Queste, probabilmente, sono le ragioni del fatto che oggi quella stessa maggioranza preferisce sottrarsi al confronto». Secondo la rappresentante del Pd «il consiglio comunale è mortificato da una situazione assurda, con continui litigi in seno alla maggioranza e tra assessori e consiglieri. Noi, tuttavia, continueremo ad operare con coerenza, pur restando esterrefatti dalla perdita del senso delle istituzioni».

Vigilare L’incontro si è chiuso con l’intervento del consigliere Alessandra Vezzosi: «La scelta di privatizzare molti servizi, compresi quelli di refezione scolastica, è prettamente politica. Visti i disagi che sono stati segnalati dai genitori, noi continueremo a vigilare esercitando fino in fondo il nostro compito di controllo». Anche Vezzosi ha segnalato che «appare incongruente la scelta di non convocare il consiglio grande, trattandosi di uno strumento previsto nello stesso programma di mandato del sindaco».

Confronto con i cittadini «Incomprensibile è la volontà dell’esecutivo di sottrarsi al confronto con i cittadini, il cui unico obiettivo resta quello di trovare soluzioni condivise per risolvere le molteplici criticità emerse. Si pensi ai tagli imposti finora alle attività extrascolastiche; su questa partita la speranza è che nell’ormai prossimo assestamento di bilancio si cambi registro». L’esternalizzazione del servizio-mensa «è stata prospettata come un risparmio per le casse comunali; su questo permangono molti dubbi che solamente i documenti potrebbero chiarirci. Tuttavia anche su questo versante ci stiamo scontrando con enormi difficoltà nell’accedere agli atti. Evidentemente questo ostruzionismo conferma che ci saranno in futuro spese ancora maggiori in capo all’amministrazione e, di conseguenza, per i cittadini». Il consigliere ha preannunciato l’intenzione da parte di Pd e Psi di presentare una proposta alternativa sul servizio mense, visto che quella varata dalla giunta non funziona.

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