Perugia, caso-mense: muro contro muro

Apertura dal forzista Perari, ma scontro con Waguè: i genitori promettono battaglia

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di Rosaria Parrilla

Ennesima seduta, ennesima discussione che non ha portato a nulla. E le divergenze non sembrano appianarsi proprio, anzi, è sempre più evidente di come le due parti, il Comune di Perugia e i genitori, la pensino in maniera diversa su come gestire il servizio delle mense scolastiche. E se prima si parlava di risparmi, ora, alla luce della nuova seduta in commissione consiliare, che si è tenuta mercoledì pomeriggio, in un’aula semi deserta, l’assessore comunale alla scuola, Dramane Wagué, fa un passo indietro, affermando come in realtà il problema non sia questo.

Cambiano le carte in tavola Un dietrofront che ha fatto mugolare più di un genitore, che si è chiesto: «Allora in questi mesi di cosa abbiamo discusso?». E poi c’è l’altra questione: la convenzione che permetterebbe ai genitori di acquistare il cibo che viene poi cucinato nelle mense sarebbe illegale e, quindi, inapplicabile come era stato, invece, fino ad oggi. E proprio su questo punto da mesi è nato il muro contro muro con l’amministrazione comunale che pensa di esternalizzare il servizio mensa, mentre, i genitori in coro hanno detto e continuano a dire no, in quanto verrebbe meno la qualità delle derrate alimentari e verrebbero a mancare le risorse che sono sempre avanzate con questo sistema e che venivano reinvestite in attività didattiche.

La seduta della commissione La querelle va avanti da dicembre e da allora si è sempre parlato di spending review, ma durante la commissione consiliare, a cui hanno partecipato per la prima volta, su insistenza dei genitori, anche i dirigenti, Pierluigi Zampolini e Roberta Migliarini, l’assessore Waguè ha affermato che non sussistono ragioni di risparmio alla base della scelta ed ha addirittura richiamato un parere dell’Avvocatura comunale che gli darebbe ragione circa l’illegittimità della proposta dei genitori. Dichiarazione che è stata smentita dagli stessi dirigenti che hanno sottolineato di non aver mai dichiarato che sia illegittima o illegale. Da qui l’incomprensione da parte delle associazioni dei genitori e dei comitati mensa di essere tagliati fuori dagli acquisti per darli a cooperative e colossi della ristorazione che non potranno garantire – sempre secondo i genitori – né la stessa qualità, né il risparmio da reinvestire.

La documentazione non s’ha da consegnare Ma la questione si è spostata anche sulla documentazione che da mesi hanno richiesto i genitori e che ancora oggi l’amministrazione comunale non avrebbe consegnato. Riccardo Bistocchi, presidente del comitato del polo di San Sisto, dove già da anni, in via sperimentale, è stata avviata l’esternalizzazione del servizio mensa, ha riportato l’esperienza, ricordando come da anni è stato chiesto invano il bilancio delle voci spesa del servizio: «Una richiesta legittima, per un plesso di 800 bimbi, in un quartiere popoloso, e per cercare di capire qual è stato effettivamente il risparmio». Anche perché, come ha sottolineato sempre Bistocchi, con l’esternalizzazione non esiste più un fondo da destinare alle attività didattiche.

Dalla maggioranza un’apertura Solo il consigliere forzista Massimo Perari ha chiesto ai dirigenti di approfondire la pratica e di cambiare atteggiamento: «Bisogna ascoltare le esigenze dei genitori». Alla fine, dopo qualche intervento infuocato dello stesso Waguè e  qualche battibecco tra il consigliere del Nuovo centro destra Emanuele Scarponi e un genitore, tra un dirigente e un presidente di un comitato, tutto è stato rinviato alla prossima seduta consiliare, con la speranza che i dirigenti questa volta portino la documentazione richiesta. Della tematica, infine, se ne occuperà anche il prossimo consiglio comunale, durante il quale i genitori promettono battaglia e nel frattempo lanciano l’appello: «Partecipate tutti così manifestiamo il nostro dissenso».

Twitter @Ros812007

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