Ecco Salvini: selfie, slogan e contestazioni

Il leader della Lega a Perugia dopo lo scandalo sanità e le dimissioni della Marini: «Festa per la liberazione dell’Umbria dal Pd». Dal palco lancia la Tesei come nuovo presidente. Ma Tajani e Meloni…

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Rapido blitz del ministro dell’Interno Matteo Salvini a Perugia dopo le dimissioni di Catiuscia Marini: un modo per celebrare la caduta di un’altra regione rossa e segnare il territorio in vista delle ormai imminenti elezioni (prima per il comune poi per l’ente regionale).

DOPO IL COMIZIO URLATO, L’INTERVISTA PACATA – VIDEO

 Festa di liberazione

 «Oggi celebriamo la liberazione dell’Umbria dal Pd. Il 16 aprile a Terni si riequilibrava un bilancio dissestato dal malgoverno del Pd. Nello stesso giorno a Perugia finiva il cinquantennio di governo Pd», ha esordito così il deputato – e segretario regionale – della Lega Virginio Caparvi mercoledì pomeriggio in piazza Italia a Perugia per l’arrivo del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo le dimissioni di Catiuscia Marini da presidente della Regione Umbria. «È una vera festa di liberazione – gli ha fatto eco il deputato Riccardo Augusto Marchetti – ieri sono dovuto uscire dall’aula di Montecitorio quando ho ricevuto la notizia perché piangevo». Mentre il senatore Luca Briziarelli ha ironicamente chiesto «scusa perché avevamo detto che nel 2020 avremmo mandato a casa la Marini. Beh, siamo in anticipo». Per Barbara Saltamartini, commissario della Lega a Terni, «siamo di fronte ad una classe dirigente che ha distrutto il futuro dei nostri figli e che ora potremo mandare a casa alle prossime elezioni, a cominciare dalle Europee per finire alle regionali. A noi non interessa l’aspetto giudiziario, sarà la magistratura ad esprimersi, ma dal punto di vista politico la condanna è già arrivata».

Salvini con Donatella Tesei

Tesei candidata: l’annuncio di Salvini, lo stop degli alleati

«I giudici – ha detto il leader della Lega – faranno le loro indagini ma l’Umbria merita un’amministrazione diversa dalla sinistra che decenni sta massacrando questa splendida terra». E a questo punto Salvini, dal palco, di fatto ufficializza la prevista candidatura del sindaco di Montefalco, Donatella Tesei, parlamentare leghista: «Il prossimo presidente dell’Umbria è su questo palco». Una fuga in avanti immediatamente stoppata dagli alleati, che non vogliono perdere il treno lanciato: Antonio Tajani (Forza Italia) dice all’Ansa: «Il candidato o la candidata presidente della Regione in Umbria per il centrodestra lo decideremo insieme. Bisogna cambiare sistema, non solo i nomi. La proposta della Lega è sul tavol, Forza Italia presenterà la sua in tempi rapidi. Insieme decideremo poi quale sarà la migliore per la presidenza della Regione Umbria. Le decisioni non si prendono in piazza». A stretto giro anche Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia): «Il Presidente lo decideremo insieme come abbiamo fatto vincendo in Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Sardegna e Basilicata. Bene che Salvini abbia fatto la sua proposta. È ovviamente di qualità, come di qualità sono le nostre proposte per l’Umbria, la Calabria e l’Emilia-Romagna. Non è interesse di nessuno compromettere l’auspicato cambiamento che l’Umbria aspetta da 50 anni dando respiro alla sinistra o una chance ai Cinquestelle»

Selfie a raffica

Brevissimo l’intervento, lunghissimo il post-comizio. Alla fine è lui stesso – da consumato showman – a chiedere: «C’è qualcuno che vuole fare un selfie?». Oltre un’ora e mezza di baci, abbracci, strette di mano e, soprattutto, gli immancabili selfie. Non ne molla nessuno. Ci sono  le troupe di due tv che lo attendono per interviste esclusive ma lui non me vuole sapere. Sa che il consenso si costruisce anche così: uno per uno, in fila indiana, i suoi follower (ormai si possono definire in questo modo) aspettano pazienti di poter toccare il ‘capitano’. Bacino, frase di incoraggiamento e foto. Immediatamente condivisa sui social dove è già partito il tam tam. Sono gli stessi che fino a poco prima lo ascoltavano adoranti da bordo palco, sussultando ad ogni riferimento contro gli immigrati e contro il vecchio governo Pd, che la Lega si candida a soppiantare il prima possibile. «Elezioni subito – urla Salvini – e non facciamo che la sinistra comincia a menarla per le lunghe». E poi: «Per la prima volta ce la giochiamo anche a Gubbio: se vinciamo giuro che vengo a fare la corsa dei ceri».

Potere al Popolo contesta: botta e risposta

C’è spazio anche per le immancabili gag sui contestatori, definiti ‘comunisti’, ‘figli di papà’, ‘amici degli immigrati’. Sul fondo della piazza, lungo la facciata di palazzo Donini, c’erano gli attivisti di Potere al Popolo, con cartelli e striscioni. Urlavano: «A casa». E poi: «Noi non siamo fascisti». Salvini, come è ormai consuetudine, utilizza l’occasione per ricamarci su e infervorare il suo popolo, mettendo sul tavolo tutto il campionario. «Se volete, vi mandiamo dieci immigrati a testa», risponde. E poi: «Eccone un altro per cui facciamo bene a ripristinare l’ora di educazione civica». E infine: «Ma la mamma non te l’ha detto che non si fa il dito medio?». Quindi pubblica sul suo profilo il video di uno dei contestatori, dato in pasto ai suoi follower.

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