di S.F.
La presunta illegittimità dell’autorizzazione concessa dal Comune di Perugia – datata 15 ottobre 2019 – per l’installazione di una stazione radio base di telefonia mobile con tecnologia 5G. Motivo? «Risulta ancora non sufficientemente sperimentato per poter offrire un ragionevole grado di tutela della salute». Questa la ragione che ha portato un gruppo di cittadini di Perugia – venti – a presentare un ricorso al Tar dell’Umbria contro l’ente del sindaco Andrea Romizi e Arpa Umbria, con coinvolgimento d Iliad Italia S.p.A. L’istanza cautelare è stata respinta.
La zona
Nel mirino dei cittadini – difesi dall’avvocato Fabio Buchicchio – c’è una stazione comprensiva di un palo portantenne da ventiquattro metri più quattro (denominazione tecnica PG06127-001) in strada vicinale delle Valli, vicino al palazzetto dello sport Angelo Foccià nell’area Ferro di Cavallo. In tal senso è stato chiesto l’annullamento degli atti utili per l’installazione (partono addirittura dal 2003), compreso il parere positivo dell’Arpa e la determinazione dirigenziale del settembre scorso per l’assegnazione in concessione ad Iliad Italia del terreno di proprietà comunale per nove anni: è qui che è stata realizzata la struttura oggetto di contestazione. La società, costituita in giudizio, è rappresentata dagli avvocati Domenico Ielo e Giovanni Mangialardi.
Respinto: «Rispetto dei limiti prescritti»
Nel provvedimento collegiale del Tar si sottolinea che «l’impianto di trasmissione in questione risulta, allo stato, abilitato ad operare con tecnologia 4G, con esclusione dunque della contestata tecnologia 5G, con riferimento alla quale l’Arpa Umbria – il legale è Giovanni Tarantini – ha comunque effettuato tutti i rilievi di competenza a tutela della salute pubblica, concludendo per il rispetto dei prescritti limiti di legge». L’istanza è dunque respinta «per difetto dei requisiti della concretezza ed attualità del paventato danno grave ed irreparabile alla salute degli odierni ricorrenti». A difendere il Comune di Perugia sono Luca Zetti, Rossana Martinelli e Sara Mosconi. La storia non finisce qui: «Dobbiamo valutare l’ordinanza e capire alcuni profili in relazione a dei documenti depositati di recente. La stazione è stata completata, se non erro a dicembre. Tuttavia non ci risulta l’attivazione», spiega l’avvocato Buchicchio.