Poliziotta aggredita da una ragazza nel centro di Terni

Il fatto è accaduto nel tardo pomeriggio di sabato in via Cavour. Prognosi di 12 giorni per l’agente. Il Sap: «Siamo senza strumenti»

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Il parapiglia è scoppiato nel tardo pomeriggio di sabato, in via Cavour a Terni, nei pressi di Porta Sant’Angelo. La polizia di Stato, con un equipaggio della squadra Volante ed uno della squadra Mobile, si è portata sul posto a seguito della segnalazione di una ragazza, ternana, che stava dando pesantemente in escandescenze. Una volta giunti lì – tante le persone presenti – per l’intervento, la giovane – fuori di sé – ha aggredito una agente in borghese della Mobile e poi è fuggita. Gli agenti sono riusciti a fermarla poco dopo e, con grande fatica, l’hanno riportata alla calma e condotta in questura dove è stata arrestata. A seguito dei colpi ricevuti, la agente è stata medicata al pronto soccorso e ne avrà per almeno 12 giorni.

Luca Paolucci

«I poliziotti rischiano sulla propria pelle»

L’accaduto è finito all’attenzione anche del sindacato di polizia Sap di Terni. E il segretario, Luca Paolucci, analizza la situazione, particolare e generale, senza usare mezzi termini: «Una poliziotta appartenente alla locale questura – afferma Paolucci -, nel corso di un servizio predisposto per la vigilanza ed il rispetto delle misure anti Covid, è stata aggredita nel centro cittadino da una giovane ragazza fuori controllo, riportando lesioni in varie parti del corpo. È andata ‘meglio’ agli altri poliziotti intervenuti, colpiti solo da insulti e sputi, i quali hanno faticato non poco ad operare facendo attenzione a non ‘eccedere’ nella loro condotta. Sì, perché ‘non si sa mai’ e l’uso della forza fisica – afferma il segretario ternano del Sap – deve essere sempre commisurato alla situazione, anche se ciò si svolge in pochi secondi dobbiamo essere molto attenti a come ci muoviamo. La minima allusione ad un eventuale ‘eccesso’, difatti, esporrebbe l’interessato a procedimento penale e disciplinare, con conseguenze disastrose sia per lui che per la propria famiglia, anche se poi, al termine del lungo procedimento penale, risultasse innocente».

«Mancano regole e strumenti»

«Nonostante la diffusa opinione che ciò faccia parte dei rischi del lavoro – prosegue Luca Paolucci -, non ci stiamo ad accettare che tutto questo sia normale e che nonostante le numerose richieste di dotare le forze di polizia di adeguati strumenti come taser, body cam, di garanzie funzionali e di regole di ingaggio chiare, nulla sia cambiato. I feriti in servizio vittime di aggressioni sono troppi, uno ogni tre ore, ed in un momento di forte tensione sociale come quello attuale, riteniamo siano nostro doveroso compito mettere in risalto tali problematiche e continuare nel richiedere ciò che tutte le altre polizie europee già hanno».

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