Polo chimico Terni, tentativo d’asta da 3 milioni per 26.660 mq. È l’area ex Moplefan

È parzialmente dismessa ed è a pochi metri dalla Treofan. Decine di locali in ballo

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di S.F.

Il concordato preventivo è ormai quasi decennale – si parla del 2013 – e riguarda una discreta porzione del polo chimico di Terni. D’altronde si parla di un maxi lotto da 26.660 metri quadrati e decine di locali in stato di abbandono: appuntamento fissato al 15 dicembre prossimo per il tentativo di vendita all’asta di un complesso industriale parzialmente dismesso a pochi metri dall’arra Treofan. Il prezzo base sfiora i 3 milioni di euro, giocoforza una delle procedure in essere più rilevanti sul territorio ternano.

LA PERIZIA ESTIMATIVA DEL 2013 PER IL MAXI LOTTO

Decine di immobili

Il liquidatore giudiziale del concordato preventivo in questione è Fabrizio Vagnetti ed a seguire l’iter è la piattaforma romagnola – Faenza – Quimmo. Come detto la storia è lunga e solo a scorrere le foto ci si rende conto del contesto di assoluto abbandono e degrado che regna da queste parti: «Il contesto è tranquillo – si legge nella sommaria descrizione – e a traffico locale. Il complesso è ben collegato ai servizi della zona e alla rete ferroviaria dello scalo merci della stazione di Terni tramite binario interno al lotto. Il complesso industriale è costituito da più immobili: trattasi di opifici di vecchia costruzione, alcuni dei quali risultano in disuso da anni e abbandonati. Gli altri, vengono attualmente utilizzati come deposito merci». Diverse le particelle coinvolte: di mezzo c’è anche un capannone in uso locato da terzi, un fabbricato per la cabina elettrica ed un altro non utilizzato da anni. «Necessitano di interventi edilizi pesanti». In tal senso le immagini sono più che indicative. In totale si parla di cinquanta locali. Ad essersi occupato della perizia tecnica estimativa nel 2013 è stato lo studio Casali di Terni.

Cosa succede. L’atto del 2001

La società in concordato liquidatorio è la Celi di Vascigliano (Stroncone) – il bene non è di loro proprietà, ma da quanto risulta è della Colle Rosso Cr srl di piazzale Donegani con atto di compravendita del 2001 e Luciano Clericò notaio – e la normativa prevede che soggetti terzi possano far confluire il ricavato della vendita come ristoro per i creditori. Materia abbastanza complessa. In caso di eventuale vendita la prima parte dell’incasso verrebbe utilizzata per pagare eventuali debiti della proprietaria mentre la liquidità residua confluirebbe nella cassa del concordato. In precedenza qui hanno trovato posto la storica Moplefan srl, Retiflex Spa ed Elvo srl, tutte di Milano.

 

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