‘Popoli e religioni’: tempo di bilanci

Terni, Stefania Parisi: «Un’edizione positiva, con una grande presenza di pubblico, ma purtroppo qualche ombra c’è stata»

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«Un bilancio dell’undicesima edizione del festival ‘Popoli e Religioni’ a caldo andava assolutamente e fatto», secondo Stefania Parisi, direttrice dell’Istess e a capo della direzione organizzativa. «Sono molto soddisfatta anche se, devo ammettere, che c’è stata qualche ombra».

Le ombre Secondo la direttrice dell’Istess «abbiamo avuto qualche piccolo inconveniente, ma nel 90% dei casi non dipendeva da noi. La formulazione digitale dei ‘corti’ spesso non era compatibile con i nostri lettori e siamo stati costretti a far attendere il pubblico più del previsto. Va detto, però, che su 85 proiezioni è successo solo 3 volte. ma non dovevano esserci questi inconvenienti».

La regione Per il resto Stefania Parisi è contenta, «perché abbiamo riscontrato un’elevata affluenza di studenti anche se in quantità minore quelli della media inferiore. Il festival si sta radicando a livello regionale, grazie al rapporto con l’università e testimoniato dalla presenza del presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, all’inaugurazione. Un segnale di radicamento del festival nel tessuto regionale».

I numeri Il festival quest’anno è stato più ampio e «quindi molto più faticoso», è intervenuto il direttore artistico Arnaldo Casali. «Nove giorni, 13 ore di programmazione al giorno, 85 mila film proiettati, circa 4 mila studenti, con una media di 716 spettatori al giorno. Il tutto e stato possibile grazie agli 11 volontari e ai 22 collaboratori e alle associazioni coinvolte».

L’INTERVISTA AD ARNALDO CASALI – IL VIDEO

I costi «Nel corso dei 9 giorni sono state 14 le produzioni Istess realizzate dai volontari, di cui 10 sulla storia del festival. Cinque i concorsi, 3 le conferenze e 3 i dibattiti, 12 premi assegnati, una mostra fotografica, 3 reading e 3 esibizioni musicali». Tasto dolente, le spese. «Stiamo ancora facendo i conti – ha detto Stefania Parisi – ma quest’anno il festival dovrebbe esserci costato intorno ai 50 mila euro. Se consideriamo i 17 mila che ci sono stati donati dalla fondazione Carit, i 5 mila dal Mibact e i mille dalla presidenza del consiglio regionale, possiamo dire di essere un po’ in difficoltà. Siamo in attesa di conferme per altri finanziamenti, ma credo proprio che per andare avanti, in futuro, avremo forse bisogno anche dell’aiuto della città».

L’università «Io sinceramente, da spettatore, tutte queste ombre non le ho viste, anzi», ha detto in conclusione l’assessore Giorgio Armillei. «Vedo solo dei grandi numeri che significano dare più ampia scelta al pubblico, sono sintomo di grandi competenze per l’ampia scelta e per la ricerca. Quindi a mio modo di vedere posso dare un bilancio positivo. Voglio collegarmi al discorso di Stefania Parisi per quanto riguarda l’università, credo che sia importante perché ora il mondo universitario è ricerca, didattica e rapporto con le imprese. E in questo caso possiamo parlare di impresa creativa».

 

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