Prefettura di Terni: «Nessun taglio»

Lo ha annunciato il sottosegretario Giampiero Bocci in occasione della firma del patto ‘Terni sicura’

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di F.T.

Un quadro sostanzialmente positivo, puntellato dalle garanzie del sottosegretario agli interni Giampiero Bocci sul futuro della prefettura di Terni e a cui, ora, si giunge un patto che rilancia l’impegno delle istituzioni sul fronte della sicurezza. L’intesa è stata siglata lunedì mattina a palazzo Bazzani.

PATTO TERNI SICURA: LE IMMAGINI

Reati in calo Nell’illustrare i contenuti del’intesa, il prefetto Gianfelice Bellesini ha ricordato i passi avanti compiuti nel corso del 2014 sul fronte dei reati in tutta la provincia. I numeri parlano di un calo generalizzato con un -7% per i furti (-14% in abitazione, -9% autovetture e -8% negli esercizi commerciali), -41% per le estorsioni, -50% per i reati di usura, -22% danneggiamenti e -4% per truffe e frodi informatiche. Al tempo stesso il prefetto ha ringraziato le forze dell’ordine e la magistratura per i risultati concreti ottenuti, anche recentemente attraverso l’operazione Milot con cui la polizia di Terni ha scardinato un’associazione a delinquere albanese specializzata nei furti in abitazione. Una menzione particolare, poi, per la «maturità dimostrata da tutta la città in occasione della lunga e difficile vertenza Ast in cui non sono mancati momenti di tensione – ha detto Bellesini – ma che sono stati sempre ben gestiti grazie al senso di responsabilità di tutti».

Il patto siglato in prefettura, definito «moderno e flessibile», attiverà un gruppo di lavoro che avrà il compito di monitorare l’andamento della delittuosità sul territorio, individuando rischi e priorità. Il documento prevede interventi diretti anche sui fronti della videosorveglianza e del decoro urbano (arre verdi, illuminazione pubblica), ma anche azioni di contrasto alla criminalità economica, all’abusivismo commerciale ed al lavoro nero. Sono previste anche iniziative specifiche in materia di sicurezza stradale, lotta alle dipendenze e tutela delle fasce deboli.

Istituzioni Il sindaco e presidente della provincia Leopoldo Di Girolamo ha sottolineato come, per funzionare, la sicurezza integrata debba essere anzitutto «partecipata dai cittadini, i primi a curare e monitorare gli spazi in cui vivono e la cui collaborazione è fondamentale per attivare interventi tempestivi ed efficaci da parte delle forze dell’ordine». L’assessore regionale alla sicurezza, Fabio Paparelli, ha sottolineato il valore dell’accordo e gli impegni che la regione ha assunto ed è pronta ad assumere sul tema della sicurezza: «Oltre ai 30 mila euro già disponibili – ha detto – per il 2015 intendiamo sostenere le azioni attraverso fondi aggiuntivi, a Terni come a Perugia». L’assessore ha ricordato anche il sostegno ai progetti per i centri storici «che vogliamo trasformare in centri commerciali naturali con un valore aggiunto per la collettività e gli esercenti che vi operano».

Prefettura ‘blindata’ Il sottosegretario agli interni Giampiero Bocci ha annunciato che «rispetto al riordino complessivo delle prefetture a cui il governo Renzi sta lavorando, quella di Terni non corre alcun rischio ed è destinata a mantenere ruoli e funzioni». Una notizia accolta positivamente anche per l’effetto a cascata – sulla questura e i comandi provinciali di carabinieri e finanza – che un’eventuale cancellazione avrebbe prodotto.

«Terni città sicura» Il sottosegretario ha definito Terni «una delle città più sicure d’Italia. Nessuno, a differenza di qualche decina di anni fa, può dirsi immune da fenomeno delittuosi e le isole felici non esistono più. Ma Terni conserva un senso civico e una fiducia nelle forze dell’ordine che si confermano fondamentali per la prevenzione e quindi la repressione dei reati».

Omicidio di Santa Maria Maddalena In merito all’uccisione della 68enne ternana da parte di un ladro scoperto a rubare nella sua abitazione lo scorso 13 gennaio, il sottosegretario agli interni si è detto «convinto che, grazie al lavoro coordinato condotto dalle forze dell’ordine, i responsabili di quell’efferato delitto verranno assicurati alla giustizia in tempi brevi». Una previsione avvalorata dal ritrovamento del fucile che l’omicida ha utilizzato a mo’ di baionetta per uccidere Gabriella Zelli Listanti.

Rischio infiltrazioni «L’Umbria nel suo insieme non è estranea ad un rischio che si corre ogni giorno – ha detto Giampiero Bocci -. Per Terni, ad esempio, la posizione geografica e i collegamenti con Roma sono al tempo stesso un vantaggio e un fattore che può creare qualche insidia. Ci conforta però il fatto che tanto i cittadini, quanto magistratura e forze dell’ordine, operano per rendere il terreno tutt’altro che fertile a possibili fenomeni di infiltrazioni malavitose».

Quattro auto in dono Prima della firma del patto, l’assessore regionale Fabio Paparelli ha consegnato alla polizia di Terni quattro Fiat Panda – cedute gratuitamente dalla regione – in attuazione delle politiche di ordine pubblico e sicurezza urbana integrata definite dall’esecutivo di palazzo Donini. «Attraverso una semplice azione – ha detto Paparelli – siamo riusciti a trasformare un costo in una risorsa utile che verrà impiegata per attività e indagini a vantaggio della collettività».

Prometheus Sui contenuti del patto siglato a Terni, interviene Massimo Pici dell’associazione Prometheus che raccoglie i sindacati delle forze di polizia dell’Umbria: «Si sta andando verso un nuovo concetto di ‘controllo del territorio’, sempre più basato su sinergie di forze e ricchezza di informazioni. La risposta – spiega – non sono le ronde dei cittadini, ma un maggiore controllo sociale: riuscire cioè a notare e segnalare tutto quello che potrebbe essere utile alle forze dell’ordine. In questo contesto accogliamo con soddisfazione la firma del patto ‘Per Terni sicura’ come vede sempre le forze di polizia come responsabili e in grado di fare una sintesi tra tutti gli attori che operano nel delicato settore della sicurezza. Apprezzabile e da sottolineare – conclude Pici – è il gesto di fornire le forze dell’ordine di autovetture che altri non usano più, sperando che sia solo l’inizio di un processo che conduca ad un sistema di sicurezza partecipato».

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