In venti dovranno difendersi in aula, nel processo che inizierà il prossimo 8 novembre di fronte al tribunale di Terni in composizione monocratica. In cinque – invece – possono dire di essersi messi la vicenda alle spalle. Fra questi anche il presidente della coop Actl, Sandro Corsi, prosciolto con sentenza di ‘non luogo a procedere’.
Questo l’esito dell’udienza preliminare che si è conclusa venerdì mattina di fronte al gup Natalia Giubilei, relativa alla prima tranche dell’inchiesta ‘Spada’ con cui procura, polizia di Stato e guardia di finanza avevano messo sotto la lente tutta una serie di appalti affidati dal Comune di Terni. Inchiesta che, il 2 maggio del 2017, aveva portato all’arresto dell’allora sindaco Leopoldo Di Girolamo e dell’ex assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari.
LE INCHIESTE SUL COMUNE DI TERNI

L’esito Il gup Giubilei ha emesso sentenza di ‘non luogo a procedere’, come chiesto in aula dal pm Raffaele Iannella, nei confronti del presidente della Coop Actl Sandro Corsi in relazione al capo di imputazione numero 9 (‘turbata libertà degli incanti’ per l’appalto dei servizi turistici della cascata delle Marmore), dei dirigenti comunali Renato Pierdonati, Vincenza Farinelli e dei dipendenti Claudio Brugia, Pasquale Sabatelli e Stefano Marinozzi in relazione all’ipotesi di ‘falso’ legata ai capi di imputazione 2 e 7. Per tutti ‘il fatto non costituisce reato’. Mentre Pierdonati è interessato anche da altre contestazioni, gli altri cinque escono di fatto – e completamente – dal procedimento. Fra i difensori degli assolti figurano gli avvocati Guido Calvi, Gianluca Luongo, Roberto Spoldi, Patrizia Bececco, Federica Pasero e Francesco Donzelli.
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Il processo si terrà invece per l’ex sindaco Di Girolamo, gli ex assessori Stefano Bucari, Libero Paci, Luigi Bencivenga, Roberto Fabrini, Sandro Piermatti, Silvano Ricci, Marco Malatesta, Daniela Tedeschi, Renato Bartolini, Simone Guerra, Giorgio Armillei, Francesco Andreani, Cristhia Falchetti Ballerani, Francesca Malafoglia ed Emilio Giacchetti, i dirigenti comunali Renato Pierdonati e Luciano Sdogati, il funzionario Federico Nannurelli e Carlo Andreucci (coop Alis). Fra i legali difensori figurano – fra gli altri – gli avvocati Enrico De Luca, Attilio Biancifiori, Donatella Virili, Nicola Pepe, Massimo Proietti e David Brunelli. Presenti in aula, venerdì mattina, tre degli indagati: Ballerani, Bucari e Corsi.
Al centro delle contestazioni sostenute dalla procura di Terni, l’ipotesi di ‘turbata libertà degli incanti’ legata gli appalti comunali per la manutenzione del verde pubblico, per la gestione dei servizi cimiteriali e dei servizi turistici presso la Cascata delle Marmore. In precedenza l’auorità giudiziaria aveva già archiviato le posizioni del dipendente comunale Paolo Neri, di Antonio Sabatini (coop Ultra Servizi), Nicola Cimadoro (coop SolCo), Stefano Notari (coop Alis), Luca Ascani (Gea), Gianluca Tomassi (coop La Torre), Alessandro Marinucci (coop Asso).
Le difese L’avvocato Attilio Biancifiori, che difende Di Girolamo, Bencivenga, Ricci, Piermatti, Malatesta, Bartolini, Guerra, Fabrini e Giacchetti (quest’ultimi insieme all’avvocato Daniele Biancifiori), commenta così la decisione del tribunale: «Alcune delle statuizioni di non luogo a procedere emanate dal gup – afferma – consentono di valutare in positivo la posizione anche degli altri imputati, nell’ottica di quell’approfondimento istruttorio dibattimentale attraverso il quale svilupperemo quei temi che davanti al gup, necessariamente, sono stati solo abbozzati. In particolare l’applicazione di strumenti procedimentali in deroga che privilegiano la tutela di fasce disagiate di lavoratori e li collocano in una posizione di preminenza anche nell’affidamento degli appalti, con tutte le problematiche connesse alle cooperative di tipo B, le scelte deliberative da parte dell’ex giunta compatibili con tale speciale regime, nonchè il difetto dell’elemento soggettivo dei reati contestati sulla base delle competenze specifiche degli assessori ed i pareri di conformità che hanno sempre assistito le determine assunte». Così l’avvocato Roberto Spoldi che difende Corsi e Bucari: «Siamo assolutamente soddisfatti del prosciogliento di Corsi – spiega – anche se le carte avrebbero potuto determinare già da tempo tale soluzione. Per questo restiamo convinti che la procura avrebbe potuto chiedere l’archiviazione già in precedenza. Comunque ne prendiamo atto ed accogliamo la decisione con soddisfazione. Circa Bucari, invece, siamo insoddisfatti perché riteniamo che vi fossero comunque elementi tali per poter giungere al proscioglimento che cercheremo comunque di raggiungere nel corso del processo. Ci presenteremo con documenti e con un’accurata ricostruzione dei fatti per dimostrare l’assoluta insussistenza della consumazione del reato». Il difensore di Carlo Andreucci (coop Alis) – l’avvocato Massimo Proietti – commenta così l’esito dell’udienza preliminare: «Ad Andreucci viene contestato un solo episodio di ‘turbata libertà degli incanti’ – afferma – in concorso con il dirigente Pierdonati che aveva accolto una sua istanza in autotutela, presentata per conto della coop Alis, con cui Andreucci chiedeva l’annullamento della gara per il verde pubblico per tutta una serie di ragioni, paventando un ricorso al Tar dell’Umbria. Istanza accolta dal Comune in tempi rapidi, ma evidentemente in Italia la normalità , quando cioè le tempistiche della burocrazia non sono pachidermiche, fa notizia. Per il resto – prosegue l’avvocato Proietti – non comprendiamo quali possano essere le istruttorie da compiere in fase dibattimentale, semplicemente perché non ce ne sono. L’episodio Andreucci-Pierdonati è circoscritto ad una serie di documenti che, al di là della lettura, non richiedono alcun approfondimento. In questo senso insisteremo nella nostra chiave di lettura ai fini dell’estromissione anche di Andreucci da questo processo».