Proroghe illegittime fra ospedale e Usl1: in dieci dovranno pagare 5,5 milioni di euro

La sentenza è stata emessa dalla Corte dei Conti dell’Umbria. Nel mirino i servizi di lavanolo e sterilizzazione affidati a SoGeSi

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In dieci dovranno risarcire l’azienda ospedaliera di Perugia e la Usl Umbria 1 per 5.498.000 euro. Cifre pesanti nella sentenza emessa dalla Corte dei Conti dell’Umbria, relativa «ad una complessa attività pluriennale consistita nelle reiterate e illegittime proroghe di contratti per il servizio di lavanolo e di sterilizzazione intercorsi tra l’azienda ospedaliera di Perugia (fra il 1° giugno 2016 ed il 31 ottobre 2018), la Usl Umbria 1 (tra il 16 aprile 2016 e il 31 dicembre 2017) e la società SO.GE.SI. Spa». Le condanne inflitte dal collegio composto da Piero Carlo Floreani (presidente), Rosalba Di Giulio e Pasquale Fava (giudici), riguardano – per l’azienda ospedaliera di Perugia (4.500.000 euro di risarcimento complessivi) – l’ex direttore amministrativo Maurizio Valorosi (875 mila euro), gli ex direttori generali Emilio Duca e Walter Orlandi (875 mila euro ciascuno), Carlo Nicastro (rup per Umbria Salute, 875 mila euro), gli ex direttori sanitari Diamante Pacchiarini ed Emanuela Pioppi (500 mila euro ciascuno). Per l’azienda sanitaria Usl Umbria 1 (998 mila euro), i risarcimenti dovranno essere liquidati dall’ex direttore generale Andrea Casciari (266 mila euro), dallo stesso Nicastro di Umbria Salute (266 mila euro), l’ex direttore amministrativo Doriana Sarnari (266 mila euro) e l’ex direttore sanitario Pasquale Parise (200 mila euro). Secondo i giudici di via Martiri dei Lager «nel caso di specie la gestione è stata macroscopicamente inefficiente e tale inefficienza è imputabile a tutti i convenuti che hanno esercitato poteri, funzioni e competenze relative alla programmazione, avvicendamento e subentro tra affidatari. L’attività gestionale di riferimento è stata, invece, caratterizzata da un diffuso e patologico ricorso ad abusive proroghe reiterate, in violazione dei principi eurounitari di concorrenza, par condicio e trasparenza […]. Le illegittime proroghe, imputabili a colpa grave dei convenuti, come comprovato dalla Procura regionale, hanno prodotto un considerevole danno erariale». Scontato l’appello da parte delle difese di ciascun convenuto, con lo scopo di ottenere una revisione radicale – in un senso favorevole ai propri assistiti – rispetto a quanto deciso dalla Corte dei Conti umbra.

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