Province, il Pd si interroga sulla riforma

«Risorse, personale e futuro ruolo, i nodi ancora da chiarire»

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Risorse, personale e future vocazioni sono i nodi ancora da sciogliere in merito al riordino delle Province, che è «una grande opportunità per l’Umbria per contribuire alla riorganizzazione e alla crescita dei territori».

La riforma La razionalizzazione delle funzioni e dei servizi, però, «dovrà tradursi in nuove opportunità per imprese e cittadini e nella valorizzazione delle competenze dei lavoratori pubblici». È quanto emerso sabato dall’incontro organizzato dalla federazione provinciale del Partito democratico e che ha visto la presenza del sottosegretario alle finanze ed economia, Pier Paolo Baretta; del senatore Gianluca Rossi; dell’assessore regionale alle riforme, Fabio Paparelli; del presidente del consiglio regionale, Eros Brega; del segretario provinciale del Pd, Carlo Emanuele Trappolino; del sindaco di Terni e presidente della Provincia, Leopoldo di Girolamo; del sindaco di Narni e presidente di Anci Umbria Francesco De Rebotti e del responsabile enti locali del Pd regionale, Andrea Pensi.

Il personale L’incontro è stato un’occasione di confronto sul ruolo delle nuove Province e sulla riforma Delrio. «Una riforma – ha detto Di Girolamo – che era partita con il piede giusto, individuando le Province come enti di area vasta di secondo livello a servizio dei Comuni. La legge di stabilità ha però cambiato le carte in tavola immettendo elementi di incertezza e indeterminatezza che devono ancora essere chiariti. I principali – ha ricordato di Girolamo – riguardano la ricollocazione dei dipendenti e la salvaguardia delle loro professionalità che non si possono perdere come se fossero fattori residuali e inutili. La Delrio – ha osservato il presidente – prevedeva il trasferimento del personale in eccesso insieme alle risorse, oggi non è più così e questo crea problemi ai Comuni facendo ricadere tutto sulle Regioni. Si rischia di fare errori di cui poi pentirsi».

Le incognite Il nodo delle risorse è stato ribadito anche da Francesco De Rebotti che ha ricordato come i Comuni rischino oggi «di far parte di una riforma senza avere le necessarie coperture finanziarie al momento della definizione delle capacità assunzionali». L’assessore Fabio Paparelli ha ribadito il percorso e gli impegni della Regione: «Una delle primissime in Italia – ha spiegato – ad aver già approvato uno specifico disegno di legge sulle funzioni e sul riordino delle Province seguendo un principio ben fermo e specifico: una funzione, un ente e una responsabilità, questo semplifica moltissimo il rapporto fra pubblica amministrazione e cittadino e dà garanzie di efficienza, tempestività e risparmio».

La strada da fare Per il senatore Rossi «c’è molto ancora da fare per dare un senso compiuto a questa riforma, ponendo attenzione a tutta una serie di fattori per evitare che il processo finisca per scontare rischi non del tutto calcolati, come quelli di un abbassamento dei livelli di partecipazione e democraticità», mentre Brega ha sottolineato come quella delle Province sia «una riforma di grande portata in un simile periodo di crisi. Promuove peculiarità del territorio ed è positiva per stimolare l’unità dell’Umbria».

Il governo Il sottosegretario Baretta ha ricordato che «il governo ha avviato una serie di riforme in maniera spinta e decisa per evitare resistenze e impantanamenti come successo spesso in passato. Sulla riforma delle Province ci sono elementi ancora da chiarire ma, come già successo con altri enti e soggetti, è importante condividere e calarsi in questo processo, anche con contributi innovativi che vangano dal basso».

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